Val di Non, fusioni

Il 22 maggio potrebbe nascere il nuovo «Comune di Maddalene»: in tale giornata gli elettori di Bresimo, Cis, Livo e Rumo (in foto) saranno chiamati alle urne per decidere tramite referendum se dire sì alla fusione, a conclusione di un dibattito avviato nel periodo prenatalizio.

In caso di esito positivo del referendum popolare nascerebbe un comune da circa 2.250 abitanti, che conterebbe ben 18 frazioni, distribuite su un territorio molto ampio, 92,57 chilometri quadrati, con Bresimo (il comune meno popoloso della valle di Non) a farla da padrone con i suoi 40,98 chilometri quadrati, interamente montani (seguono Rumo 30,84, Livo 15,24, Cis 5,51).

Già questa settimana due consigli comunali sono chiamati ad esprimersi definitivamente in merito, a Rumo e Livo è all’ordine del giorno il punto «Procedura di fusione dei quattro comuni e conseguente istituzione del nuovo comune denominato Maddalene. Esame ed eventuale approvazione dello schema di Statuto dell’eventuale nuovo comune e proposte di suddivisione di uffici e servizi sui territori degli attuali comuni».

«Il dibattito è iniziato prima di Natale - ricorda il sindaco di Cis, Fabio Mengoni - Noi abbiamo preferito prima sentire la popolazione, con un incontro pubblico tenuto il 23 dicembre, e poi distribuire alla popolazione un questionario dove venivano spiegate le fusioni e le gestioni associate, e chiesto un parere agli elettori. Abbiamo distribuito 241 questionari, hanno risposto in 195 - continua Mengoni. - Abbiamo avuto 5 schede tra bianche e nulle, 140 favorevoli alla fusione, 50 che ritengono più opportuna la gestione associata.
Comunque una maggioranza netta, a favore della fusione, c’era, quindi abbiamo avviato il dialogo con gli altri comuni, portando avanti le cose attraverso diversi incontri, nell’ultimo periodo».

Anche nei comuni di Bresimo, Livo e Rumo sono stati erogati questionari analoghi, ed ovunque il sì alla fusione è stato nettamente maggioritario.
All’interno delle quattro amministrazioni comunali sono stati pertanto individuati dei rappresentanti – tre per comune – per approfondire il tema e studiare la logistica del nuovo comune, oltre che una bozza di Statuto. La geografia degli uffici è stata pertanto delineata: sede centrale a Livo (che è centrale geograficamente rispetto agli altri), servizio demografico a Cis, ufficio tributi a Bresimo, ufficio tecnico a Rumo, fermo restando che in ogni ex sede comunale il cittadino potrà rivolgersi per qualsiasi necessità; tanto per chiarire, un cittadino di Rumo non avrà bisogno di andare fino a Cis, per rinnovare una carta d’identità.

Già i comuni anauni si sono ridotti da 38 a 29, con Predaia che è stato pioniere (ed ora potrebbe ampliarsi a Sfruz), e Ville d’Anaunia, Amblar-Don e Contà a seguire (in questi si vota per l’elezione degli amministratori, l’8 maggio). Con le possibili fusioni di Maddalene, Novella (Cagnò, Revò, Cloz, Romallo, Brez) ed in parola a Fondo il numero degli enti locali, in valle di Non, scenderebbe sotto quota venti, con possibilità di giungere a 18.

Il Comune Maddalene non sarà comunque subito operativo. Tra le scelte compiute, quella di concludere il mandato, se gli elettori diranno sì il commissario giungerà l’1 gennaio 2020, e l’elezione della nuova amministrazione unica avverrà a primavera 2020, scadenza naturale dell’attuale legislatura.

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