Frutteti e uso di pesticidi: obiettivo riduzione A Cles il confronto su impatto e trattamenti

di Magda Di Meo

Quale rapporto deve esistere fra progresso e rispetto dell’ambiente, in particolare in un ambito così sensibile quale quello dell’agricoltura? Può davvero il profitto essere l’unico parametro? A queste domande ha cercato di rispondere la diciannovesima giornata tecnica, organizzata dalla Fondazione Edmund Mach, in collaborazione con il consorzio Melinda, sul tema «La frutticultura delle valli del Noce», tenutasi all’auditorium del polo scolastico di Cles. 
 
Intento dichiarato di questa iniziativa, la promozione del corretto impiego dei prodotti fitosanitari al fine di arricchire la professionalità e il patrimonio culturale dei nostri agricoltori, consolidandone la sensibilità verso le tematiche ambientali, nella consapevolezza dell’importanza e della responsabilità del loro ruolo. 
 
Tema dell’incontro, l’accezione ambientale della sostenibilità: «Tutti dobbiamo lavorare al fine di raggiungere un equilibrio tra sostenibilità ambientale, sociale ed economica» ha detto Sergio Menapace, nuovo direttore della Fondazione Mach, introducendo la mattinata di lavoro.
 
Raffaella Canepel, dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente, ha illustrato lo stato qualitativo dei corpi idrici: «L’obiettivo è quello di arrivare ad avere uno stato di qualità chimico ed ecologico almeno buono per tutti i corsi d’acqua. Se non si raggiungeranno gli obiettivi nelle tempistiche prestabilite, al massimo entro il 2027, si incorrerà in sanzioni europee pesanti: disponiamo di diversi strumenti per l’individuazione delle problematiche (monitoraggio, analisi delle pressioni antropiche, indagini chimiche ed analisi biologiche), comunque la maggior parte dei nostri corsi d’acqua (il 90%) gode già di buona salute, occorre solo riuscire ad adottare misure di carattere generale e specifiche, non viste come obbligo ma come occasione di collaborazione».
 
Renato Martinelli, del Servizio agricoltura Provincia, ha sottolineato i principali obiettivi del Piano d’azione nazionale (Pan) come l’obbligo, entro il 26 novembre 2016, di far controllare tutte le irroratrici e di dotarsi di un patentino per l’acquisto e l’utilizzo di prodotti fitosanitari. «Il Pan non ha introdotto solo novità ma ha ribadito anche pratiche agricole già adottate in forma volontaria ovvero già presenti ai vari livelli normativi: è comunque necessario non trascurare le ordinanze comunali vigenti».
 
Michele Berti e Daniel Bondesan, entrambi della Fondazione Mach, hanno trattato dei  limiti di utilizzo dei fitosanitari nelle aree sensibili (parchi e giardini pubblici, campi sportivi, strutture scolastiche e sanitarie), in base alla presenza o assenza di sistemi antideriva, con la possibilità di dotazione di barriere, naturali o artificiali, per intercettare e bloccare le goccioline delle irrorazioni «fuori bersaglio». 
 
Fabrizio Dolzani, sempre della Fondazione, ha illustrato le varie tipologie di impianti esistenti e le soluzioni per nuove buone pratiche colturali, soprattutto in prossimità di aree sensibili quali zone residenziali, piste ciclabili e corsi d’acqua.
 
Roberto Torresani, della Fondazione, ha illustrato le prime esperienze di coltivazione della Lumaga Galant, la nuova varietà di mela individuate dalla Melinda che risulta resistente alla ticchiolatura, così da ridurre del 70% il numero di trattamenti necessari. Per la messa in opera di questo progetto, Massimiliano Gremes, responsabile qualità Melinda, ha voluto rivolgere un plauso a quanti hanno collaborato: «Apparteniamo ad un sistema complesso e difficile da gestire: produciamo 408mila tonnellate di mele, abbiamo molte aziende di ridottissime dimensioni con appezzamenti in pendenza o comunque frammentati.
 
 
Melinda si occupa della gestione generale del prodotto ma sono le piccole cooperative che ci consentono di fornire una continua assistenza tecnica capillare a tutti i quattromila associati. Solo grazie al lavoro sinergico di tutte le società che compongono il sistema (Melinda, Fondazione Edmund Mach, Apot, Cif, PAT, Assomela, ecc.) possiamo permetterci un percorso qualità veramente globale».
 
Alberto Dorigoni (Fondazione) ha concluso con un monito: «Si può e si deve fare di più, perché rischiamo di essere sorpassati da realtà societarie che 3-4 anni fa erano dietro a noi! È proprio il caso di dire meglio tardi che mai!».

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