Nelle canoniche vuote famiglie e persone in difficoltà

Con la firma della delibera avvenuta nei giorni scorsi, il direttore generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari Luciano Flor ha dato il via libera ufficiale alla «convenzione per l’affido del progetto sperimentale Una canonica da vivere». L’iniziativa presentata nei mesi scorsi, dunque, può muovere i primi passi e cominciare ad ospitare le famiglie o i singoli in cerca di una casa e di un supporto psichiatrico per essere inseriti nella comunità. Perchè è proprio questo lo scopo del progetto: aiutare queste persone, comunque autosufficienti, nella gestione della vita quotidiana ed affiancarle perché si integrino nella società.

Il progetto è stato ideato dall’assessorato alle politiche sociali ed abitative della Comunità della val di Non, che ha lavorato assieme all’Azienda sanitaria ed alla Fondazione Comunità solidale di Trento per elaborarlo. Ed è proprio da quest’ultima, con il benestare dell’arcivescovo Luigi Bressan e del vicario don Lauro Tisi, che è arrivata la disponibilità di quattro immobili. Si tratta delle canoniche ormai inutilizzate di quattro diversi paesi: quelle della parrocchia di Santo Stefano a Revò e Malgolo, quella della parrocchia di San Martino a Vervò ed infine quella della parrocchia di San Biagio a Nanno. Per il momento il progetto è sperimentale e lo schema di convenzione è valido per un anno dal primo maggio prossimo fino al 30 aprile dell’anno prossimo. L’Azienda sanitaria contribuirà inoltre con 13 mila euro.

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