Omicidio di Mezzolombardo, parla l’ex collega della madre: «Nessuno si è accorto che Milka stava male»
Christian Govi, assessore a Vadena, ha lavorato per anni all’hotel di Laives con la moglie di Simeun Panic, ucciso a coltellate dal figlio 19enne che voleva difendere la mamma. La donna si era licenziata all’improvviso: «Sembrava serena e solare, ma viveva in un incubo. Avrei potuto aiutarla»
LA CONFESSIONE "Papà picchiava mamma, non ne potevo più"
SCARCERATO Scarcerato il 19enne che ha ucciso il padre
L'AUTOPSIA Sul corpo di Simeun Panic 4 o 5 coltellate
LA PSICOLOGA "Quel ragazzo lasciato solo a difendere la madre"
BOLZANO. «Se ci fossimo accorti di qualcosa, se solo avesse lasciato trasparire un malessere per la sua situazione familiare, avremmo potuto aiutarla. Invece, lei è sempre stata gentile, solare e serena». Il rammarico di Christian Govi è quello di aver lavorato a lungo con Milka Panic senza accorgersi dell'incubo che la donna stava vivendo a causa del marito Simeun. Un incubo che Milka condivideva con i figli e che si è concluso nella notte tra giovedì e venerdì scorso, quando proprio il figlio maggiore, Bojan Panic, 19 anni, è intervenuto per proteggere la madre dall'ira del padre e ha accoltellato a morte il genitore.
«Ho lavorato diversi anni con lei - spiega Govi, assessore del Comune di Vadena - all'Hotel Ideal Park di Laives. Io come responsabile dell'area Spa, lei come addetta alle pulizie della stessa area. Era stata assunta nel 2013 e si è sempre mostrata un'ottima lavoratrice. Si era fatta subito volere bene da tutti e ricordo che aveva anche partecipato alla gita aziendale di due giorni, a Torino. Nessuno, però, anche chi aveva avuto modo di conoscerla meglio e parlarle, poteva immaginare quello che lei stava vivendo a casa. Me compreso».
Govi, che a Vadena è anche assessore alle pari opportunità, racconta che all'improvviso, senza alcun preavviso, nel febbraio 2020, poco prima della pandemia, Milka aveva deciso di licenziarsi senza fornire alcun motivo plausibile. «Le avevo chiesto perché avesse deciso di andare via - rivela Govi - e lei mi aveva spiegato che, insieme al marito, avevano deciso di cambiare area e di andare via. In una seconda occasione, quando le avevo riposto la domanda, mi aveva detto che si trattava anche di una scelta dettata da ragioni economiche perché il costo della vita in Trentino era più basso di quello altoatesino».
Alla luce di quanto accaduto qualche giorno fa e dei particolari emersi nelle ore successive al dramma era stato il marito a costringerla a licenziarsi, geloso del fatto che Milka fosse stimata e ben voluta sul posto di lavoro. Sembra che anche nelle scorse settimane, nel corso di una delle frequenti liti, Simeun avesse detto alla moglie che voleva trasferirsi di nuovo e che lei avrebbe dovuto licenziarsi nuovamente. Dopo aver lasciato Laives, i Panic s'erano trasferiti per un breve periodo a Mezzocorona e poi, a Mezzolombardo, nella palazzina in via Frecce Tricolori, dove giorni fa s'è consumata la tragedia.
Milka Panic aveva trovato impiego come commessa nel punto vendita Action, catena di discount europea che vende articoli non alimentari, all'interno del centro commerciale Rotalcenter. «Un paio di settimane fa - continua Govi - io e mia moglie passavamo da Mezzolombardo e siamo passati a salutarla. Anche in quell'occasione, Milka ci era parsa serena e tranquilla. Ci aveva detto che si trovava molto bene in Trentino, ma che i due figli continuavano ad andare a scuola a Bolzano». Anche in quell'occasione, quindi, la donna non aveva lasciato trasparire nulla di quanto stava vivendo tra le mura domestiche. «Se lo avessimo intuito - ripete Govi - forse avremmo potuto aiutarla ed evitare che accadesse ciò che poi è accaduto».