Cooperazione / Il lutto

Addio a Roberto Giacomoni, protagonista del mondo del vino

Si è spento a 65 anni. Con la Cantina La Vis aveva sfidato i colossi Cavit e Mezzocorona

TRENTO. Il mondo del vino ha perso un uomo che è stato a lungo protagonista. C’è chi lo ha definito un visionario e chi ne ha evidenziato la capacità di essere presidente con l’animo contadino. Tutto questo (e tanto altro) era Roberto Giacomoni che ieri mattina è morto.

Aveva sono 65 anni. Il nome di Giacomoni è indissolubilmente legato a quello della cantina La Vis di cui è stato presidente per 22 anni, ma prima aveva rivestito il ruolo di tecnico e di consigliere. Oltre trent’anni di lavoro e di impegno nella realtà vitivinicola nel corso dei quali i cambiamenti sono stati tanti, e per Giacomoni il finale è stato amaro. Lui e Fausto Paratoner si erano trovati a guidare una cantina “tradizionale”, di paese ma hanno saputo guardare avanti. Hanno saputo innovare e hanno avuto il coraggio di attivare, per primi, il progetto di zonizzazione.

Una decisione che ora può apparire scontata ma che allora aveva, per il Trentino, qualcosa di rivoluzionario. Ed è stato grazie anche a scelte come questa che La Vis è cresciuta. Un processo lungo durante il quale ci sono stati anche errori che si sono trasformati in problemi giudiziari (e condanne).

Fra i ricordi di Giacomoni, c’è anche quello dell’ex presidente della provincia, Lorenzo Dellai. «Roberto era un grande amico personale. Lo ho accompagnato come potevo, nei miei passati ruoli pubblici, nel suo impegno cooperativo e gli sono stato vicino dopo i difficili momenti che ha vissuto. Ha dato molto al mondo vitivinicolo trentino - scrive Dellai - ed ha pagato con grande dignità molto oltre le sue responsabilità. Dobbiamo tutti ricordarlo con affetto e gratitudine». «Sono figlio di contadini. Essere diventato presidente di una grande cantina come La Vis, vice di un consorzio come Cavit e aver imparato tante cose è stata una esperienza molto positiva. Ora però voglio fare altro, che non c'entri col vino».

Così Giacomoni aveva accompagnato le sue dimissioni una decina di anni fa. Poche parole che raccontano una vita intera e che si soprappongono al ricordo di Matteo Paolazzi che successivamente è stato presidente di La Vis. «Giacomoni era stato anche il mio “capo” - racconta poco dopo aver saputo la triste notizia - e posso dire che è una persona che ho stimato e con la quale mi sono anche confrontato durante il mio mandato. Non era il classico presidente in giacca e cravatta. Scherzava con noi, era alla mano e sapeva trattare molto bene con i soci, li ascoltava, capiva le loro necessità ed era sempre pronto a cercare soluzioni. Ma anche lui veniva dalla terra e forse questo lo ha aiutato in questo aspetto del suo lavoro». I funerali saranno celebrati domani alle 10 nella chiesa parrocchiale di Gardolo.

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