Scuola / Il caso

Calci, testate e mani al collo: racconto shock di uno studente trentino: «Aggredito dal supplente»

Il fatto in un istituto tecnico trentino, ci sarebbero testimoni dell'accaduto, fra cui i compagni di classe del sedicenne, collaboratori scolastici e un insegnante. Il quadro delineato nella denuncia è gravissimo, inserito in un contesto delicato come quello della scuola

TRENTO. La vicenda è molto delicata perché riguarda un minorenne e coinvolge il mondo della scuola. Da una parte un sedicenne racconta di essere stato aggredito da un insegnante, dall'altra c'è un educatore - perché il ruolo dei docenti è sì quello di insegnare la materia, ma anche di guidare i giovani verso l'età adulta - che è accusato di aver avuto un atteggiamento oltremodo aggressivo, sia nelle parole che nelle azioni, addirittura alzando le mani contro il ragazzo.

Sull'episodio, avvenuto in un istituto tecnico del Trentino martedì scorso, sono in corso accertamenti. La famiglia, assistita dall'avvocato Claudio Tasin, ha infatti deciso di raccontare tutto ai carabinieri affinché siano svolte opportune indagini e si intervenga laddove vengano ravvisati reati o riscontrate criticità. L'appello a fare chiarezza viene fatto indirettamente anche all'istituto superiore, dato che ci sarebbero testimoni di quanto successo tra le mura scolastiche.

A denunciare i fatti ai carabinieri è stata la madre del sedicenne, riportando la versione raccontata dal ragazzo. Ha evidenziato che la stessa mattina, subito dopo gli episodi violenti, era stata contattata sul cellulare dal figlio che, ancora scosso, le ha passati al telefono una collaboratrice della scuola che le riferiva di aver visto l'insegnante che metteva le mani addosso al ragazzo. Ma è stato nel pomeriggio, quando è tornato a casa al termine delle lezioni, che il ragazzo ha raccontato dei dettagli cosa gli era accaduto.

Il primo "attacco" del professore - si tratta di un supplente - allo studente è stato solo verbale, dopo averlo accusato di aver detto frasi ingiuriose. Questa la versione del sedicenne: durante il tragitto fra la classe e l'aula magna, lungo il corridoio il docente avrebbe messo le mani addosso al ragazzo, prendendolo per il collo, spingendogli la testa contro il muro e dandogli una testata; lo avrebbe anche colpito con un calcio, poi tirandogli sulla schiena la sua borsa che conteneva un computer portatile.

Il sedicenne ha raccontato che il professore avrebbe anche cercato di rovesciargli addosso un banco. L'ipotesi di reato è di percosse. C'è poi un particolare del racconto che la madre, in sede di denuncia, ha voluto mettere nero su bianco: il ragazzo, quando il docente gli si è avvicinato, avrebbe sentito "un forte odore di alcol". Sempre in sede di denuncia è stato specificato che il professore avrebbe più volte bestemmiato.

Ci sarebbero testimoni dell'accaduto, fra cui i compagni di classe del sedicenne, collaboratori scolastici e un insegnante. Il quadro delineato nella denuncia è gravissimo, inserito in un contesto delicato come quello della scuola: gli accertamenti sono in corso e saranno quanto più accurati possibile. C'è da tutelare la serenità di uno studente, ancora minorenne, e della sua classe. A fronte della versione contenuta nella denuncia il docente ha il diritto di difendersi, eventualmente di replicare. Le accuse sono pesantissime e la stessa scuola non potrà ignorarle.

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