Editoriale / Politica

Ianeselli e Fugatti come Coppi e Bartali

Il Trentino dei grandi appuntamenti - si chiamino Festival dell'economia, concerto di Vasco, bypass ferroviario o altro ancora - non ha bisogno di due che la borraccia se la tirino, ma di due che se la passino

Un po' come per Coppi e Bartali, ancora non è chiaro chi abbia passato la borraccia. Chi conosce bene i due grandi campioni e quella mitica storia, dice peraltro che il gesto sia stato ripetuto in un senso e nell'altro. Possibile. Certo, il primo passo è sempre quello che conta. E nella strana corsa che vede su due fronti molto opposti i due rivali di oggi - Ianeselli e Fugatti - pare che sia stato il sindaco del capoluogo a cercare il tavolo della pace.


Conta però il risultato finale. È infatti dai tempi di Andreotti e Dellai che non vedevamo un continuo braccio di ferro fra i due abitanti dei principali palazzi della città: la Provincia e il Comune.

Al tempo, Tom e Jerry non dovevano solo difendere le prerogative dell'uno o dell'altro Palazzo, ma anche i propri destini. L'allora sindaco Lorenzo Dellai era riuscito a tenere insieme i pezzi (o i petali, visto che nasceva la Margherita) di una Dc esplosa con Tangentopoli e qualcosa di simile a ciò che poi si sarebbe chiamato Ulivo. E già preparava infatti lo sbarco (che poi si rivelò trionfale) in Provincia.

E Carlo Andreotti, che nella stessa stagione era riuscito con incredibili doti da equilibrista a portare i pur sempre moderati autonomisti al governo, sostituendosi proprio ai tanti democristiani travolti prima dagli scandali e poi dalle scelte degli elettori, lottava per restarci, in piazza Dante.La storia di Fugatti e Ianeselli, a ben guardare, non è poi così diversa: Maurizio ha portato per la prima volta la Lega alla guida (che non vorrebbe mollare) della Provincia.

Franco è il simbolo della maggioranza allargata che vuole riconquistare il Palazzo (anche se per lui sarebbe a dir poco strategico continuare il lavoro appena cominciato in Comune). Fatto sta che il Trentino dei grandi appuntamenti - si chiamino Festival dell'economia, concerto di Vasco, bypass ferroviario o altro ancora - non ha bisogno di due che la borraccia se la tirino, ma di due che se la passino, tirandosi invece in un certo senso a vicenda, al di là dei colori (assai diversi) che portano sulle magliette.

È dunque assai utile il riavvicinamento. Il primo merito, al di là dei passi dei due protagonisti, è del Festival dell'economia. Era assurdo che la Provincia potesse pensare di organizzarlo "contro" il Comune di Trento e "contro" l'Università. Ancor più assurdo rischiare di perderlo o comunque di indebolirlo per una polemica che nessuno avrebbe capito. Dunque ben venga una ritrovata intesa, con anche l'ottimo recupero dell'ateneo trentino.

Il Sole 24ore ha fatto bene a cercare il dialogo. E il sindaco ha fatto ancor meglio a ricostruire un tavolo di confronto. Gli esclusi hanno invece sbagliato ad andare a Torino cercando lo scontro. La rabbia si può anche capire, ma non se diventa assenza di memoria e di riconoscenza.

Analogo il discorso su Vasco: un grande concerto - a patto che si svolga in sicurezza, tenendo conto delle osservazioni degli esperti - farà bene alla città. A maggior ragione se si farà con Trento e non contro Trento. Sul metodo però Fugatti deve cambiare. La borraccia non è sua. È di tutti. E certi passaggi vanno gestiti (e non imposti) in ben altro modo.

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