Montagna / La tragedia

L'immenso dolore per la morte di Fedele Dauriz, caduto in Paganella mentre saliva un canalone da Zambana Vecchia

Domani, venerdì 10 dicembre, i funerali del pensionato di 63 anni che viveva a Lavis ma era originario di Zambana. Profondo cordoglio anche nella Sat, il sindaco Tasin: una famiglia molto conosciuta e apprezzata per l'impegno e il volontariato

L'INCIDENTE Tradito dai sentieri che amava: recuperato in Paganella il corpo di Fedele Dauriz

di Barbara Goio

TRENTO. Si terranno domani, venerdì 10 dicembre, alle 16, nella chiesa parrocchiale di Zambana, i funerali di Fedele Dauriz, morto nell'incidente in montagna sulla Paganella, lungo un canalone ghiacciato, mentre saliva da Zambana Vecchia, l'altroieri.

Questa sera, alle 19, sarà recitato il santo Rosario.

«Un nostro amico hai chiesto alla montagna...». Lo smarrimento è totale: tra i familiari più stretti, la moglie e i due figli: tra i fratelli e le sorelle; tra gli amici di una vita; tra i satini di Zambana, tra gli amici di Lavis.

L'improvvisa scomparsa di Fedele Dauriz, 63 anni, l'altra sera sul "sentiero alto" della Paganella, mentre compiva un'escursione, ha lasciato tutti nell'incredulità più profonda.

«Non ci sono parole - ammette Renato Tasin, sindaco di Terre d'Adige - tutta la comunità ha accolto la notizia con grande dolore. Era una persona molto attiva, che faceva del bene. Viveva a Lavis, ma la sua famiglia, molto conosciuta e apprezzata per l'impegno e il volontariato, era di Zambana, una famiglia numerosa».

Il sindaco era presente martedì sera alle ricerche, portate avanti per ore da decine di operatori di soccorso alpino, personale sanitario del 118, vigili del fuoco volontari e permanenti.

«Fino all'ultimo - aggiunge - si sperava di trovarlo vivo, magari con qualche problema che gli impediva di rientrare, ma vivo. Sapevamo tutti che era un uomo di grande forza, grande tenacia».

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