Lavis / Il coraggio

Il marito si ammala di leucemia, Mirka diventa carpentiera nei cantieri e tiene in piedi l’azienda

Fausto Calliari ci racconta la storia della sua donna coraggiosa: «Lei non lo sa, ma quando tornavo dall'ospedale la sentivo piangere in silenzio. Dove trovi la forza per fare quello che fa rimane per me un mistero».

di Pietro Gottardi

LAVIS. L'uguaglianza di genere si può interpretare in modi diversi. Come tutte le questioni commentate dagli esseri umani, essa tende poi a veder valorizzata dai più , la parte che più fa audience, il verso che più fa comodo, quello che fa più gioco e ti fa sentire politicamente corretto. Ma conquistare una vetta scalando una via già tracciata da altri in condizioni climatiche perfette e magari legata ad una guida, è noto che non sia la stessa cosa che farlo da sola ,su una parete nord mai percorsa da nessuno prima, d'inverno, con venti gelidi e neve a renderti la scalata un inferno.

Mirka Perenthaler, 46 anni proprio ieri (auguri!!!), originaria di Mezzolombardo e con un diploma di ragioniera in tasca, la sua personalissima e durissima "parete nord" di uguaglianza di genere è stata costretta dalla vita a scalarla. Banalmente potremmo limitarci a dire che è l'unica donna - carpentiere in regione che oltre a portare avanti l'impresa fondata insieme al marito Fausto Calliari, in concreto opera proprio come carpentiere sui cantieri.

Notiziola carina, da affiancare a quelle della prima donna carabiniere, della prima donna alla guida di un bus o di un treno, della prima donna arbitro e via elencando fra le professioni in passato di esclusiva pertinenza maschile.

Mirka Perenthaler

La "conquista" di Mirka, però, ai nostri occhi ha un valore infinitamente maggiore. La protagonista di ciò che raccontiamo, infatti, sta leggendo con voi queste righe. A "commissionarcele" in gran segreto, come regalo di compleanno e commossa riconoscenza per ciò che sta portando avanti, è stato il marito Fausto, e presto capirete perché abbiamo deciso di assecondarlo.

Fausto ha 53 anni ed è di Lavis. Fino al 13 maggio 2019 il suo nome in paese, da ragazzo in su, è stato abbinato all'aggettivo assonante "fusto". I due metri di altezza, fisico atletico, forza di venti braccia e carattere buono e sfrontato il giusto, agevolavano l'accoppiata. Fausto è perito industriale e nel 1996 assieme a Mirka ha messo in piedi una ditta di carpenteria in legno che dal 2009 opera in un capannone tra Lavis e Zambana.

Mirka con lui ha creato anche 4 splendidi figli: Noemi (25 anni, ingegnere), Riccardo (23, già al lavoro nell'impresa di famiglia), Raffaello (12) e Camilla (11). Una famiglia unita, con Fausto, emblema della forza, a fare da colonna portante.

Questo almeno fino al 13 maggio di due anni fa, quando un forte e persistente dolore alla schiena, svela che la leucemia sta cercando di portarselo via. La vita di Fausto cambia improvvisamente registro. L'ospedale di Bolzano diventa per mesi il suo nuovo domicilio e il campo di battaglia dove cercare di mettersi in salvo.

Grazie al trapianto di cellule staminali di una delle due sorelle, l'omone respinge l'assalto più violento della malattia, ma anche oggi che sta decisamente meglio, non può ancora prescindere dal fare il pendolare due volte a settimana dall'ospedale San Maurizio. La forza del passato è un malinconico ricordo: l'assunzione di svariati farmaci scandisce le giornate mentre tutte le possibili allergie (compresa quella alla segatura, autentica iattura per chi fa il carpentiere) si sono presentate all'improvviso dopo il trapianto.

Ora diventa facile capire perché quella di Mirka Perenthaler non sia la banale storia di una donna-carpentiere. Col marito messo quasi in ginocchio dalla malattia, questa signora dopo essersi caricata sulle spalle lui e i quattro figli, ha fatto lo stesso con l'impresa dell'uomo a cui tanti anni prima aveva giurato fedeltà nella buona e nella cattiva sorte.

«Lei non lo sa, ma io quando tornavo a casa dall'ospedale la sentivo piangere in silenzio nel letto - ricorda Fausto con gli occhi lucidi -. Io sono uno che non si è mai tirato indietro quando c'era da lavorare duro, anzi. Dove però trovi lei la forza per fare quello che fa rimane per me un mistero».

Sveglia alle 3, lavori di casa fino alle 5.30 e alle 6, svegliati i ragazzi per la scuola, lei inizia a lavorare con il figlio maschio più grande, Riccardo. «Lo fa di filato fino alle 16, e il più delle volte sui cantieri, con la sua cintura a doppia borsa attaccata alla vita, a montare tetti o case in legno, maneggiando sparachiodi, motosega, circolare e tappatrice - racconta Fausto dolcemente orgoglioso -. Ripeto, non so dove trovi le forze. Io mi sono riciclato nel ruolo di "mammo" e consulente dall'ufficio: ora come ora di più non posso fare. A volte la vedo stanca e mi preoccupo. Però la vedo anche fiera del suo lavoro e vedo che i clienti ne hanno grande rispetto perché è brava, molto brava. Dire che io sono fiero di lei è poco. Dal profondo del cuore, auguri, Mirka!»

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