Amministrazioni / La sentenza

L’ex contabile del Comune di Sover condannata dalla Corte dei Conti

L’impiegata è finita nei guai per una serie di ammanchi emersi alla voci «gestione di cassa», «spese postali», «diritti ufficio tecnico», «diritti funghi», riscossi e non versati

SOVER. La seconda sezione giurisdizionale centrale d'appello della Corte dei conti ha respinto un altro ricorso presentato dall'avvocata Maria Cristina Osele per conto di F. B., l'ex contabile del Comune di Sover  già condannata, anche in sede penale, per una serie di ammanchi emersi alla voci «gestione di cassa», «spese postali», «diritti ufficio tecnico», «diritti funghi», riscossi e non versati.

Il ricorso mirava a ribaltare la sentenza del 2018 con cui la sezione giurisdizionale di Trento aveva condannato la funzionaria al pagamento a favore del Comune di Sover di 4.869,36 euro, oltre alla rivalutazione monetaria e agli interessi legali, per il danno provocato dalla autoliquidazione di competenze che la ex responsabile del Servizio Ragioneria, finanze e tributi pensava le spettassero ma che non erano state autorizzate da nessuno. Competenze che erano state contestate dalla Procura della Corte dei conti provinciale per 5.869,36 euro di cui 3.000 per un "incarico aggiuntivo" presso il Comune di Valfloriana e il resto per arretrati 2013 e 2014 da "indennità per area direttiva".

Come detto, il ricorso è stato respinto dalla sezione giurisdizionale centrale d'appello e quindi la condanna al pagamento è ora divenuta definitiva. F.B. era poi già stata condannata in gennaio dalla Terza sezione giurisdizionale a risarcire all'amministrazione comunale 26.493 euro per gli ammanchi di cui si è detto. La Corte, con la stessa sentenza, aveva anche condannato in via sussidiaria due ex segretari comunali in servizio nello stesso comune dal 2003 al 2014: al pagamento di 5.000 euro G. T., che era stato segretario da maggio 2003 a luglio 2012; a versare 2.800 euro O. B, che invece aveva lavorato in municipio da agosto 2012 a settembre 2014. Resta ancora da confermare una terza sentenza di condanna, per la contabile, a 1.995 euro.

Invece, a giugno dello scorso anno, è arrivato anche il verdetto di appello nel giudizio penale, con la Corte che ha riqualificato alcune contestazioni minori mosse a F. B. riconoscendo l'esistenza del reato di truffa, facendo lievitare la pena a 2 anni di reclusione (con la sospensione condizionale), e giudicando esistente anche il reato di peculato per la sparizione di una busta contenente circa 2.000 euro.

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