A Cembra ha funzionato la "zona rosè" anti-covid Crollo dei contagi: da 80 a 15

di Matteo Lunelli

Il titolo ideale sarebbe stato "Liberi tutti a Cembra Lisignago". Ma, per ovvi motivi di Dpcm, non potevamo farlo. Però, da sabato, l'ordinanza ad hoc che ha riguardato il comune cembrano è terminata. A inizio ottobre un improvviso e incontrollato aumento dei contagi aveva costretto la Provincia e l'Azienda sanitaria, in stretta collaborazione con l'amministrazione del territorio, a intervenire.

L'abbiamo definito un "mini lockdown" o una "zona rosè" ma ora, con il senno di poi, possiamo definirlo un esperimento ben riuscito. Non lo diciamo noi. Lo dicono i numeri. «Ad oggi abbiamo 15 persone positive. A inizio ottobre eravamo a 80. Nelle ultime due settimane sono emersi 8 nuovi casi positivi, ma a fronte di quasi una cinquantina di guarigioni. E da qualche giorno abbiamo 0 classi in isolamento: tutti i nostri bambini, che frequentano nido, materna, elementari e medie, stanno andando regolarmente a scuola».

A parlare è la sindaca Alessandra Ferrazza , che ha gestito una situazione non facile con fermezza, andando incontro alle richieste senza inutili polemiche. E così il tasso di contagiati è passato da quasi il 3% della popolazione allo 0,5%. «I contagi sono calati da subito, già due settimane fa quando sono entrare in vigore le nuove regole e le tante raccomandazioni. Gli effetti del comportamento delle persone li stiamo vedendo adesso e senza dubbio l'iniziativa è andata bene. Purtroppo siamo, come tutti, preoccupati per la situazione generale, che sta peggiorando a livello nazionale ma anche locale. Circa un mese fa, quando il "nostro" focolaio è partito, la situazione era ben diversa».

Ferrazza ci spiega come il "primo" Dpcm, quello di una settimana fa, fosse in realtà molto simile all'ordinanza per Cembra. «Si è chiesto agli italiani di fare quello che a Cembra già facevamo. Poi è arrivato il nuovo Dpcm, che è molto più restrittivo, ma in Trentino c'è qualche apertura in più. Noi speriamo di poter partire con alcuni corsi individuali per i bambini, come quelli di musica o di inglese, che noi avevamo fermato immediatamente. Ma in generale la speranza è che la situazione migliori in fretta un po' ovunque». Perché accada molto dipenderà dai comportamenti dei singoli cittadini. E la speranza è che in Trentino come in Italia le persone prendano esempio dai cembrani che, con due settimane di sacrifici e restrizioni, hanno riportato i tassi di contagio vicini allo zero. Senza colpevolizzare nessuno, nel piccolo comune qualche comportamento "a rischio" c'è indubbiamente stato, tra feste e assembramenti, costringendo a un intervento deciso. Ora la situazione è tornata sotto controllo. «Una contro ordinanza? Non è servita: quella "vecchia" è terminata e quindi siamo tornati come tutti gli altri comuni trentini».

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