Parla Mattia Hauser, il sindaco rivotato al 90% a Mezzocorona

di Giorgia Cardini

Un "pezzo da novanta". Come altro definire Mattia Hauser , sindaco riconfermato a Mezzocorona con il 90,60% dei voti? Stracciato l'avversario Lucio Luchin , rimasto impalato al 9,40%, ad Hauser e alle sue due liste civiche non è rimasto che festeggiare in piazza, con bollicine rotaliane.
Sindaco, una volta questo si sarebbe definito un "voto bulgaro"...
Ride, Hauser, e risponde: «Credo che questo 90% sia effetto di una serie di circostanze, prima tra tutte una squadra molto forte, con persone che si sono messe in gioco e mi hanno aiutato a raggiungere l'obiettivo della rielezione. Poi, veniamo da sei anni importanti, in cui crediamo di avere amministrato bene, certamente in continuità col passato ma anche portando idee nuove e realizzando ciò che avevamo proposto nel 2014. Penso che sia stato premiato soprattutto questo aspetto».
Tutto merito vostro o anche di un avversario che forse non era un vero avversario?
«Non entro in questo campo: abbiamo evitato di parlare degli altri, in questa campagna elettorale, e non voglio farlo ora. Siamo andati avanti sulle nostra idee e questo ci ha ripagati. Ed è una cosa che mi fa enormemente piacere, perché in questo periodo così delicato ho cercato sempre di essere presente e vicino alle persone».
Ecco, a questo proposito moltissimi sindaci uscenti si sono riconfermati con una percentuale davvero elevata, soprattutto nei grandi centri ma anche nei piccoli. Premiati per la gestione dell'emergenza Covid-19?
«Me lo auguro, io e tutti i sindaci abbiamo cercato di fare del nostro meglio, stando vicini alla popolazione, da una parte gestendo l'emergenza, dall'altra rincuorando quanti sono stati colpiti dal virus direttamente e indirettamente. Il sindaco, per come lo interpreto io, è un cittadino che ha ricevuto fiducia da altri cittadini e deve essere presente sul territorio e fare del proprio meglio».
Dopo il lockdown, sono aumentati i problemi economico-sociali a Mezzocorona?
«Ci sono certamente alcune situazioni delicate, ma i veri problemi non sono ancora emersi: temo che da qui a fine anno vedremo i veri effetti di tutto questo. Le posso dire? Chi si candida a sindaco, in questa situazione, è un folle: c'è un carico di responsabilità enorme, tutte le grane possibili immaginabili. Lo fai perché ci credi, perché è un onore rappresentare il tuo comune, ma se guardi le responsabilità che devi affrontare, ti arrendi prima di iniziare».
Da questo punto di vista, cosa deve cambiare nei rapporti tra Comuni e Provincia?
«Abbiamo sempre più responsabilità, burocrazia, i tecnici hanno paura di firmare gli atti. Serve più buonsenso da parte di tutti. Io sono stato coinvolto in una vicenda assurda, per aver firmato un atto di un tecnico di cui mi fidavo. Ecco, non dico che dovremmo essere tutelati o avere l'immunità, ma almeno avere una tranquillità in più, sì. Non siamo tuttologi».
Un risultato come quello che ha preso la carica di responsabilità. Ma può anche condizionare e "legare" la sua azione?
«Ho sempre messo il paese davanti a tutto e quindi per me non cambierà nulla. A parte il fatto che, oltre a rappresentare il 90%, rappresenterò anche l'altro 10%...».
Lo dicono tutti.
«Ma noi non siamo i sindaci di qualcuno, siamo qui per servire tutti. E comunque io mi sono posto come limite i due mandati».
Ha ambizioni per il 2023, per le prossime elezioni provinciali?
«Io sono "mezzocoronacentrico", non ci ho mai pensato, ma mai dire mai».
Mezzocoronacentrico: e allora, cosa serve, per migliorare la vivibilità a Mezzocorona?
«La valorizzazione del Monte già avviata è una cosa ma abbiamo un obiettivo principe, quello di costituire una comunità davvero accogliente, aperta,con nuovi luoghi di aggregazione fruibili da tutti. Come la nuova piscina, per cui finalmente è stato individuato il luogo giusto, che realizzeremo coinvolgendo il Comune di Mezzolombardo in un'ottica di collaborazione coi vicini sempre più importante, viste anche le risorse limitate».

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