Il Circolo Acli Mezzolombardo raccoglie documenti e memorie sul lockdown degli scorsi mesi

Una raccolta di foto e testimonianze di quanti hanno vissuto a tu per tu con il Coronavirus, sia come malati, sia come volontari, infermieri e medici.
E’ quanto sta mettendo in cantiere il circolo Acli di Mezzolombardo che ha presentato l’iniziativa «Esperienze Covid-19», con l’intento di pubblicare, se il materiale sarà interessante, la raccolta con il contributo della biblioteca comunale.

«Raccontare è fare memoria delle proprie esperienze - spiega il presidente del circolo, Augusto Tait - ed il periodo che abbiamo attraversato è stato ricco di emozioni che hanno toccato profondamente il nostro animo: la solitudine, il senso di abbandono, la mancanza di libertà, la sensazione di impotenza di fronte ad un nemico invisibile che poteva colpirci con molta facilità e che ha innescato in noi un senso di paura».

L’idea di mantenere vivi i ricordi del lockdown, di un momento della nostra vita che ha mutato completamente le nostre abitudini, è quanto il direttivo Acli di Mezzolombardo intende promuovere attraverso la raccolta, per l’intero mese di settembre, di materiale fornito da quanti, direttamente o indirettamente, hanno vissuto l’esperienza Covid-19.
«Il virus ci ha messo a nudo di fronte ad una realtà che deve essere ripensata nei suoi valori, nelle scelte, e per poter consentire ai nostri figli di poter usufruire delle risorse e delle bellezze che ci mette a disposizione la natura. Noi uomini abbiamo maturato la convinzione di essere invincibili - aggiunge Tait - di potercela fare soverchiando le regole che la natura stessa ci imponeva, credendoci superiori o più forti. Nulla di più sbagliato e superficiale. Dobbiamo ridefinire i nostri limiti vivendo e agendo dentro i meccanismi della natura».

I dirigenti del circolo ricordano come sia cambiato il nostro stile di vita, una sorta di rivoluzione sociale che ci ha costretti ad adeguarci a nuovi stilemi anche economici e rivedere ogni relazione con gli altri. Pertanto, «ricordare» questa rivoluzione, che ha trascinato con sé morte e paura, è per gli aclisti un dovere. «Un dovere perché è necessario creare un futuro diverso, dove la sostenibilità ambientale delle nostre scelte diventi il dovere stesso - specifica Tait - e perché dobbiamo imparare che gli altri sono una risorsa. Un dovere perché la cultura, l’esigenza di conoscere, l’informazione devono essere alla base del nostro vivere civile. Condividere questi ricordi ci permette di capire che non siamo soli e allora chiediamo di inviarci le vostre memorie, le vostre storie, descrivere le sensazioni di quel periodo, brevi considerazioni, poesie, ricordi, nuove scoperte, fotografie della vita quotidiana. Foto dei nostri quartieri, di vita in famiglia». Questo l’appello lanciato dalle Acli: «Potete inviarci corrispondenza da persone care che erano all’estero e che non potevano rientrare, testimonianze di persone lontane dai propri affetti. Sarebbero gradite testimonianze dei volontari, infermieri, Protezione civile, alpini, vigili del fuoco e forze dell’ordine, oltre a quelle delle autorità religiose e dei sanitari che si sono presi cura dei molti malati».

Si possono inviare documenti e foto di qualsiasi formato a questi indirizzi e-mail: circolo.acli.mezzolombardo @ gmail.com oppure mezzolombardo @ biblio.infotn.it; è anche possibile consegnare il materiale cartaceo direttamente alla sede Acli Mezzolombardo.

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