Dopo oltre mezzo secolo chiude la bottega dei “5 comuni”

di Pietro Gottardi

Martedì 30 giugno il punto vendita del Consorzio 5 Comuni chiuderà i battenti. Una chiusura che simbolicamente segna la fine di un’epoca, iniziata negli anni ‘60 con la nascita della cooperativa frutticola fra i Comuni di Lavis, Zambana, Nave San Rocco, Mezzolombardo e San Michele.

Un capitolo che volge al termine, ma che di certo non esaurisce la mission del Consorzio 5 Comuni e probabilmente (ma qui la situazione è in divenire e non ci sono ancora certezze) nemmeno quello del punto vendita, seppur altrove.

A riguardo proprio in questi giorni sono in corso trattative, sul cui esito tuttavia nessuno per il momento vuole sbilanciarsi.
Per fare un quadro corretto della situazione, iniziamo dai punti fermi: a fine mese la bottega storica dei 5 Comuni, a fianco del ex capannone del Consorzio, chiuderà. Gli spazi dove per oltre mezzo secolo centinaia di affezionati clienti hanno fatto periodicamente scorta di mele e asparagi, si trasformeranno negli uffici della Vetri Speciali Spa deputati alla gestione logistica del deposito di vetri in cui già da due anni (dopo la vendita) sono stati riconvertiti i capannoni delle mele. «Il punto vendita - spiega Ciro Devigili , presidente del Consorzio 5 Comuni dal dicembre scorso - quando fu venduto il compendio di Lavis, ci venne lasciato fino all’estate di quest’anno in comodato gratuito dalla Vetri Speciali».

Un tempo che allora venne giudicato sufficiente per trovare una nuova sede per il negozio sul territorio. Un tempo che è stato impiegato anche per fare delle valutazioni sulla reale necessità di avere un punto vendita per un consorzio cooperativo che non fa del commercio al dettaglio il proprio core business.

«Il contesto in cui si collocava il negozio da metà anni ‘60 e fino ai primi anni 2000 era radicalmente diverso da quello attuale - ricorda il presidente -. Nei capannoni di Lavis c’era la lavorazione delle mele e il punto vendita fungeva un po’ da spaccio aziendale. La situazione ha iniziato a cambiare, anche se non di molto, con lo spostamento di tutta la lavorazione al magazzino di Mezzolombardo che alla bisogna riforniva di mele il negozio di Lavis. Con la cessione dei rami di azienda delle sale di lavorazione e il passaggo di tutti i dipendenti a La Trentina avvenuta nel 2015, l’operatività del punto vendita si è ulteriormente appesantita, visto che ancora oggi le mele per arrivare ad essere vendute a Lavis, prima passano dalla frigoconservazione a Mezzolombardo e poi dalle sale di lavorazione di Pietramurata o Caldonazzo».

La domanda che sorge spontanea è se il gioco valga la candela. «Lo è finché il negozio cammina con le proprie gambe e non pesa nemmeno per un euro sulla retribuzione dei soci - è la risposta di Devigili -. Finora lo ha fatto anche perché non c’era da pagare affitto: i numeri parlano di 190 mila euro di fatturato, 145 mila euro di spese per l’acquisto dei prodotti e ciò che rimane della differenza a retribuire i due part time delle commesse e le bollette».

Ultima certezza prima di parlare di possibili scenari, è proprio quella legata alle due signore che sono i volti familiari del punto vendita di Lavis, il cui futuro lavorativo non è in discussione: «Loro sono dipendenti de La Trentina ed anche qualora non ci fosse più il negozio, conserverebbero il lavoro venendo impiegate nelle sale di lavorazione, anche se - aggiunge il presidente - mi piacerebbe fossero confermate nella gestione di un nuovo punto vendita, vista la bravura dimostrata nel loro ruolo».

Ed eccoci al futuro, all’incerto. Ci sarà o no un nuovo negozio dei 5 Comuni dove acquistare mele e altri prodotti del territorio? Qui il presidente si fa enigmatico: «Ci stiamo lavorando. Uso il plurale perché il ragionamento in atto riguarda 5 Comuni, La Trentina e l’ufficio marketing di Apot. Dovesse concretizzarsi, dal mio punto di vista sarebbe una cosa molto bella che si radicherebbe sul nostro territorio. Per ora, però, non c’è ancora nulla di deciso e non voglio creare false illusioni».

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