Si spaccia per medico per saltare la fila

È successo in un supermercato di Lavis

di Nicola Baldo

Questa pandemia sta tirando fuori, attraverso diverse iniziative, il lato solidale di molti. Ma, purtroppo, ha anche spinto alcuni a dei comportamenti certo non edificanti. Un esempio pratico? Quello accaduto sabato mattina davanti ad un supermercato di Lavis, dove una persona spacciandosi per medico ha superato tutta la lunga coda alle porte. Beffando, con quella che poi si è scoperta essere una frottola da mitomane, tutte le persone diligentemente in coda anche da un bel po' di tempo. 

Il sabato pre pasquale ha spinto in tantissimi, ieri mattina, a muoversi presto verso i supermercati, anche di Lavis, con alcune code che raggiungevano la cinquantina di persone in attesa. Ed in alcuni casi con gente in coda anche prima dell'apertura delle porte. E davanti all'Eurospin sono arrivati anche i Carabinieri ma quando ormai questa vicenda era conclusa, con l'uomo, riconosciuto da molti e residente in paese, che se n'è andato dopo aver fatto la spesa saltando bellamente la coda. Già in tarda mattinata la chiacchiera su questo fatto girava in paese, per poi venire anche raccontata sui social network da alcune delle persone presenti in coda in quel momento. «Il negozio apre – ha raccontato sui social Cristina - dietro di noi la coda si allunga, ma un po' alla volta, le persone entrano.

Alle 8 e 40, quando ancora ho davanti quattro persone, arriva lui: il furbo. A Lavis è noto come "l'attore", ma tutti sanno che si limita a qualche comparsa. Passa davanti a tutti con aria di superiorità sotto gli occhi attoniti degli astanti, si avvicina all'entrata, si rivolge al commesso che sta gestendo l'ingresso e gli spiega, udite udite, di essere un medico. Fuori la gente inizia a mormorare e a infastidirsi. Tutti si ripetono che lui non è un medico, lo conoscono tutti, ma intanto lui entra».

Intanto qualcuno avvisa i Carabinieri di questa situazione. Il signore in questione fa però in tempo a completare la propria spesa ed uscire, prima che le forze dell'ordine arrivino sul posto. Ma anche uscendo, non contento dell'evidente bugia detta solamente per non dover fare la fila, non fornisce certamente un esempio di stile. «Qualcuno gli fa notare di aver saltato la coda e lui risponde: "Beh, certo, ho la dispensa! E poi devo entrare in servizio!" - prosegue nel proprio racconto Cristina -. Io gli dico "e noi chi siamo, tutti degli stupidi?".

"Ma io sono un medico", mi risponde lui mentre si allontana. E poi aggiunge "Cosa devo, stare qui e fare la coda come il Walter?" dice rivolgendosi al signore dietro di me e sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi». Già in un tempo "normale", senza quarantena, virus e distanze di sicurezza, un comportamento di questo genere avrebbe fatto prudere le mani. Figuriamoci ora che la mascherina è diventata un oggetto fondamentale per uscire di casa. Tempi, questi, nei quali i rapporti umani sono messi a dura prova dalla stanchezza, dalla reclusione forzata e dall'isolamento sociale. Se poi a questo magro piatto ci si aggiunge anche il carico da Novanta di comportamenti di questo genere, allora chiaro che lo spirito non sia facilmente dei migliori. 

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