Da Zambana alle piste si arriva in funivia, ma Fai contesta il piano

di Mariano Marinolli

Entro fine mese lo Studio Cps Engineering di Trento consegnerà il progetto sulle valutazioni preliminari e di fattibilità per la costruzione di una funivia tra Zambana Vecchia e Fai della Paganella.

Però, già i primi malumori scaturiscono in paese, a Fai, poiché nella cartografia del Ptc (Piano territoriale di Comunità), il tracciato mostra un collegamento diretto tra Zambana Vecchia e il passo Santel, in concomitanza della partenza della seggiovia che sale sulla Paganella. Dalla cartografia il paese di Fai sarebbe escluso dall’arrivo dell’ipotetico impianto e ciò ha causato il malumore tra alcuni cittadini.

Il progetto è stato commissionato più di un anno fa allo studio tecnico Cps dal Comune di Zambana (ora Terre d’Adige), dal Comune di Fai, dalla Comunità Paganella e dalla società impiantistica Paganella 2001, per un costo complessivo di 40.000 euro. Il Comune capofila è quello di Terre d’Adige e il sindaco Renato Tasin vorrebbe evitare l’infiammarsi della polemica: «Tranquilli! La cartografia del Ptc indica solo una linea che non ha alcun significato, se non quello della previsione urbanistica dell’impianto. Appena saremo in possesso dell’elaborato tecnico, organizzeremo delle assemblee nei due Comuni illustrando le conclusioni dei progettisti, gli ingegneri Corrado Rossi e Andrea Gobber. Anticipo che nello studio di fattibilità sono state indicate tre proposte: la partenza è sempre la stessa, a Zambana Vecchia, in prossimità del ponte Arcobaleno, già inserita nel nostro Prg; l’arrivo a Fai, invece, potrebbe essere o in zona Ori, o vicino al campo di calcio, oppure al passo del Santel. Sono i progettisti che indicheranno quale delle tre sarà la soluzione idonea».

Come mai ci è voluto tutto questo tempo per un progetto di fattibilità? E perché, come per la stazione di partenza, a Fai non è stato scelto un solo punto di arrivo? «In merito al ritardo, ricordo che il Comune di Zambana fu commissariato per addivenire alla fusione con Nave San Rocco. Pertanto, per diversi mesi, il progetto è rimasto in stand-by. Riguardo la stazione di arrivo, ricordo che ci sono seri problemi di ordine idrogeologico e ci è voluto parecchio tempo per le perizie e per capire dove e come piantare eventualmente i piloni dell’impianto e localizzare i punti di arrivo. Non dimentichiamoci della famosa frana del 1955 che spazzò via il paese e causò anche la conseguente chiusura della vecchia funivia. Quindi, vogliamo innanzitutto avere certezze sulla sicurezza geologica».

Prima di assumere una decisione, raccoglierete l’opinione dei residenti? «Certo! A Terre d’Adige non si vota e io, in primavera, posso fare tutte le riunioni che voglio perché non sono in campagna elettorale. Stiamo investendo soldi dei cittadini ed ho sempre detto, senza se e senza ma, che agiremo con la massima trasparenza».

Lo studio di fattibilità indicherà pure la migliore tipologia di impianto, anche se l’ipotesi di una funivia sembra più concreta rispetto a quella della telecabina. Lo studio è quasi completato: in questi giorni i progettisti stanno ultimando i rilievi dei cavi elettrici dell’alta tensione, prima di consegnare l’elaborato al sindaco Tasin. Nei primi giorni di marzo saranno poi programmati gli incontri pubblici per presentare, assieme ai progettisti, lo studio di fattibilità e raccogliere le osservazioni dei cittadini.

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