Sarà un Teroldego sontuoso vendemmia da incorniciare e annata da degustare

di Mariano Marinolli

Nella patria del Teroldego Rotaliano, principe dei vini trentini, la vendemmia si è chiusa questa settimana con risultati soddisfacenti: il gran caldo dell’estate ha aiutato l’uva a maturare meravigliosamente e a raggiungere un livello di eccellenza forse superiore a quello del 2018, che già era stata un’annata da record per produzione e qualità.
Alla Cantina Rotaliana (320 soci con una produzione estesa su 440 ettari di vitigno), non sarà raggiunto il record dell’anno scorso di 72.000 quintali, tuttavia non ci si lamenta poiché, anche con meno quantità, il liquidato sul conferimento sarà forse più redditizio.
Perché è previsto un calo di qualche migliaio di quintali d’uva?
Presto detto: le gelate di aprile, accompagnate da forti raffiche di vento freddo, e le violente grandinate di maggio hanno parzialmente ridotto la produzione, ma è doveroso prendere in considerazione anche il diverso metodo di coltivare l’uva rispetto al passato.
Fino non molti anni fa, infatti, il viticoltore puntava sulla resa per ettaro e tutti sanno che maggiore è la quantità di uva cresciuta su una vigna, minore è la sua qualità. La Cantina Rotaliana, per il Teroldego, si è data una regola con il suo «Progetto qualità», ossia una produzione massima di 100 quintali per ettaro, anche se i disciplinari consentirebbero di arrivare a 170 quintali per ettaro. Non è detto, quindi, che la resa per ettaro sia direttamente proporzionale alla redditività del vitigno; infatti anche il liquidato sul conferimento, mediamente in Trentino fra i 150 e 200 euro a quintale, viene calcolato non solo sulla varietà dell’uva, ma anche sulla sua provenienza e, soprattutto, qualità. Vi sono, poi, altri molteplici fattori che stabiliscono il prezzo dell’uva.
«La vendemmia 2019 - asserisce il direttore della Cantina Rotaliana, Leonardo Pilati - offre delle ottime prospettive per garantire un buon reddito ai nostri viticoltori. I mercati richiedono sempre più vini di qualità e la domanda del nostro prodotto è in costante aumento».
Per garantire la massima qualità, dalla vendemmia 2019 le etichette riporteranno il marchio Sqnpi (sistema qualità nazionale produzione integrata), una certificazione anche sul vino, oltre alla stessa già ricevuta per i vigneti controllati dalla Cantina Rotaliana. E tale certificazione garantisce la salubrità e genuinità del prodotto, anche se non si tratta di un vino biologico.
Il caldo torrido dei mesi estivi ha anticipato la vendemmia? «Solo di qualche giorno. Tutti sanno - risponde il direttore Pilati - quanto il caldo fa bene all’uva, anche se contribuisce all’aumento di insetti e parassiti».
A proposito: il riscaldamento della Terra favorirà o comprometterà il processo di maturazione dell’uva?
«Consentirà di piantare le vigne a quote più alte; già si iniziano a vedere vigneti in montagna, poiché a stagione estiva è molto più lunga rispetto al passato».
Per gli agronomi non è da escludere, in futuro, che il caldo eccessivo provocherà un anticipo della vendemmia ma comporterà un affollamento, sempre più dannoso per l’uva, di parassiti e insetti mai visti nelle nostre campagne, come ad esempio le zanzare, oltre al grande rischio di siccità».
Tornando alla vendemmia appena terminata, la prova del nove sulla qualità raggiunta dall’uva avverrà tra pochi giorni con le prime bottiglie di Novello e Pilati assicura che se il buongiorno si vede dal mattino, la vendemmia 2019 potrebbe essere, storicamente, tra quelle da incorniciare per l’eccellente qualità dell’uva raccolta.

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