Mercatone Uno, si cerca una via per cassa integrazione e futura ripresa dell'attività

Ai lavoratori della catena di negozi Mercatone Uno non è ancora stata concessa la cassa integrazione straordinaria.

Questo tocca in prima persona i 35 lavoratori del punto vendita di San Michele all'Adige (in Italia sono 1.800 i lavoratori interessati), molti dei quali erano presenti ieri davanti al palazzo del Commissariato del Governo di Trento per consegnare una sorta di «relazione da trasferire nell'opportuna sede romana». «La richiesta» dice Roland Caramelle , segretario generale della Filcams Cgil del Trentino «è che venga concessa la cassa integrazione straordinaria.

Inoltre, chiediamo un impegno a reperire potenziali acquirenti di Mercatone Uno, che siano in grado di attuare un piano industriale serio».

Due le specifiche riguardo alle richieste avanzate.

La prima sulla cassa integrazione straordinaria. «L'ultima busta paga che i lavoratori hanno ricevuto è quella di aprile» spiega Caramelle «L'obiettivo primario è lo "sblocco" della cassa da parte del Ministero dello sviluppo economico, poiché i lavoratori sono a casa senza stipendio e senza ammortizzatori sociali.

Soprattutto ora, alla luce delle effettive dimissioni rassegnate dai tre commissari». Dopo il fallimento dell'acquirente Shernon Holding e la decisione del Tribunale di Bologna che ha retrocesso l'azienda alla precedente amministrazione straordinaria, i commissari hanno presentato al Ministero dello Sviluppo economico (Mise) la richiesta di proroga della stessa amministrazione straordinaria e le loro dimissioni come «atto dovuto».

«Avremmo preferito che un passaggio simile» aggiunge Caramelle «arrivasse dopo l'accordo sulla cassa integrazione».

I lavoratori auspicano che essa venga concessa sulla base dei «vecchi contratti a tempo pieno». «Con l'arrivo della Shernon Holding» spiega Caramelle «i lavoratori hanno acconsentito, per rilanciare il gruppo, a dimezzarsi orario lavorativo e busta paga.

La quale è passata, mediamente, da 1.300 euro netti mensili a circa 900 euro. Ora, alla luce del fallimento della Shernon Holding, la richiesta è quella che la cassa integrazione straordinaria venga calcolata sulla base dell'orario a tempo pieno».

I lavoratori di Mercatone Uno sono impossibilitati al licenziamento diretto, in quanto sarebbe senza giusta causa.

La seconda specifica si riferisce alle modalità con cui il Mise intenderà riavviare la gara per l'acquisto del gruppo Mercatone Uno. «Posto che» introduce «tutti i lavoratori sono uguali, dalla Puglia al Trentino. Senza voler fare ragionamenti egoistici ci sentiamo di affermare che trovare una «cordata» in grado di mantenere aperti tutti i punti vendita di Mercatone Uno in Italia sia davvero complicato. Va anche detto che ci sono punti vendita che funzionano e altri meno.

E che in alcune zone c'è meno concorrenza che in altre. Quindi, come nel caso di San Michele all'Adige, auspichiamo che qualche cordata di imprenditori locali possa acquistare il punto vendita e rilanciarlo, facendo tornare al lavoro i dipendenti e attuando un serio piano industriale». «Quando verrà concessa la cassa integrazione» conclude Caramelle «la Provincia si impegna per il sostegno al reddito e per l'attuazione di corsi di formazione professionale dedicati ai lavoratori».

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