Progetto turistico Colline Avisane, la Coldiretti dice no

Sì al completamento dell’interramento della Ferrovia Trento Malè, sì alla nuova bretellina tra l’A22 e la sp 29. No alla circonvallazione di Grumo, alla nuove piste ciclabili tra Zambana Nuova- Zambana Vecchia e tra la rotatoria di Grumo e la stazione ferroviaria; e no anche all’anello pedonale turistico delle colline Avisiane.

È un parere sfaccettato ma molto dettagliato, quello formulato dal direttivo della Coldiretti della vallata sul Piano stralcio delle reti infrastrutturali ed ecologiche della Comunità Rotaliana Konigsberg, presentato pubblicamente il 13 febbraio scorso. Il direttivo, guidato dal presidente Luigi Stefani, ha inviato le proprie osservazioni alla Comunità di valle e all’assessore competente Graziano Tomasin mercoledì scorso.

Il punto di partenza però non riguarda uno dei progetti che compongono il Piano stralcio, ma «il» progetto per eccellenza da cui dipende tutto lo sviluppo futuro: quello del nuovo asse ferroviario Monaco-Verona. Coldiretti Rotaliana, pur rimarcando l’importanza dell’opera, ritiene fondamentale «che venga posta la massima attenzione a far sì che il tracciato attraversi il nostro territorio in galleria, sull’esempio di quanto progettato anche dalla Provincia autonoma di Bolzano». L’associazione condivide poi la necessità di completare l’interramento della Ferrovia Trento Malè all’interno dei centri abitati dove possibile, «come pure la realizzazione della nuova bretellina di collegamento fra il casello di A22 e sp 29 (ultima versione), che esproprierà circa 6.000 mq di vigneto rispetto al progetto iniziale che prevedeva l’esproprio di circa 15.000 mq di vigneto pregiato. Tale iniziativa ridurrà il traffico viario che finora ha penalizzato la vivibilità dell’abitato di San Michele all’Adige». Netta contrarietà viene invece espressa sull’ipotesi di una circonvallazione di Grumo «in quanto prevede un enorme spreco di terreno agricolo e inoltre l’innesto della viabilità, così come proposto, è troppo a ridosso dell’abitato di Grumo».
Passando alla mobilità alternativa, Coldiretti evidenzia l’abbondante sviluppo dell’attuale rete ciclopedonale della zona e la fruibilità delle strade interpoderali. Ciò nonostante, c’è apertura sull’ipotesi di quattro nuovi tratti ciclabili: per Mezzocorona «dal ponte alla Cacciatora, fino al sottopasso»; per Mezzolombardo «tra il ponte della retta e la stazione ferroviaria, con la realizzazione della pista ciclopedonale nel tratto compreso tra la rotatoria della sp 90 (Piccoli Paterna) e la zona produttiva in località Rupe; la realizzazione della pista ciclopedonale tra Rotaliana e Valle di Non; «il nuovo percorso tra Nave e S. Michele all’Adige, mantenendo il percorso predisposto sull’argine sinistro del fiume Adige come illustrato nel piano pur sapendo le criticità che si possono incontrare nel superamento dei due ponti delle Ferrovia dello Stato e della Trento Malè».

Non piace invece alla Coldiretti l’ipotesi del nuovo collegamento tra Zambana Nuova e Zambana Vecchia così come quella del tratto tra la rotatoria di Grumo (casello autostradale) e la stazione di Rete Ferroviaria Italiana (strada delle Frate): per questi, la proposta è quella di studiare il collegamento su strade a basse traffico.
Netta contrarietà anche alla realizzazione dell’anello pedonale turistico delle colline avisiane, alla pista ciclabile prevista sull’argine destro del torrente Noce a Mezzolombardo nel tratto tra il ponte della retta (sulla statale 43) e il ponte della Rupe e alla nuova realizzazione della pista ciclabile a Zambana Vecchia, in località Pasqualine.

Per quanto riguarda gli ambiti multifunzionali naturalistici, fluviali ed ecologici, no infine a «ulteriori vincoli che potrebbero limitare il lavoro del nostro settore in quanto già indirizzato verso una agricoltura più rispettosa per il territorio e l’ambiente mediante l’adozione di certificazioni di sistema di qualità per la produzione integrata, adozione della confusione sessuale nella difesa fitosanitaria, tutela delle risorse naturali e riduzione degli sprechi, irrigazione con sistema a goccia, di tecniche di coltivazione biologiche/biodinamiche, realizzazione di centri di lavaggio per mezzi agricoli a tutela dei corsi d’acqua».

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