Lavis: una ciclabile per il campo sportivo

di Nicola Baldo

Un progetto che è un vero e proprio puzzle. Pezzi che si incastrano fra loro così da dipingere una nuova mobilità per Lavis. Una mobilità fatta di biciclette, tradizionali ed elettriche. Con un obiettivo: collegare Trento centro con Zambana e, da lì, con il resto della Piana Rotaliana, con un tracciato alternativo rispetto alla ciclabile provinciale che costeggia l’Adige. Per portare a compimento questo progetto il nodo è Lavis, dove si sta lavorando proprio per andare a comporre, nel corso dei prossimi anni, questo puzzle.

Una buona parte di questi percorsi ciclo-pedonali, all’interno del territorio lavisano, ci sono già. Ma adesso bisogna collegarli fra di loro con diversi, singoli, interventi, così da completare il quadro complessivo. «Soprattutto perché è una tipologia di mobilità che va incontro a tantissime necessità - spiega l’assessore comunale ai lavori pubblici, Andrea Fabbro - da quelle turistiche per portare anche i cicloturisti all’interno dell’abitato lavisano, fino a quelle dei residenti che potranno muoversi senza bisogno dell’auto. Sia all’interno di Lavis, sia verso le comunità vicine di Trento e Zambana». E, da lì, anche verso il resto della Piana. Il primo dei tratti che verrà ora sistemato è quello relativo a via Negrelli (nella foto il tratto in rosso). Dove è già pronto il progetto esecutivo, che sarà portato in consiglio comunale in una delle prossime sedute, in vista anche della necessità di svolgere alcuni espropri. Si tratta di un tratto di pista ciclabile che servirà per collegare quella lungo l’Avisio con la zona del centro sportivo «Mario Lona».

Dal campo sportive dove poi facilmente, vista anche la larghezza della strada, si potrà ricavare una pista ciclopedonale che porti verso la rotatoria del cimitero sulla statale. Il nodo resta sempre la statale, dove già è presente un sottopasso per superare la rotatoria verso Zambana. L’idea è sfruttare questo sottopasso realizzato a suo tempo, così come si potrà anche utilizzare il vecchio sedime della ferrovia Trento-Malè. «Con l’ossatura principale di questa ciclabile già realizzata, quella che quasi dal ponte sull’Avisio conduce fino alla stazione Trento-Malè, ora mancano alcuni pezzi per collegare fra loro quelli esistenti - prosegue Fabbro - senza considerare anche il fatto che con queste piste ciclopedonali si possono collegare fra loro punti importanti di mobilità e non solo dell’intera comunità. Dalla Trento-Malè alla stazione ferroviaria, al centro fino alla zona del campo sportivo». A livello di mobilità vuol anche dire prendere una ebike, una bici elettrica, nella stazione ferroviaria ed arrivare comodamente in quella della Trento-Malè dove anche lì è presente una stazione ebike. Ovvero potersi muovere fra Trento e la Piana senza bisogno di muovere l’auto. Portare cicloturisti fino alle porte del centro storico vuol dire avere la possibilità di far conoscere di più la borgata e le sue eccellenze. Da quelle vitivinicole a quelle commerciali, per arrivare fino al Giardino Bortolotti. Magari per arrivarci, in futuro, con un percorso ciclopedonale protetto.

Fra le idee in ballo anche una ciclopedonale dalla rotatoria del Sartori’s fino in via Cembra, così da collegare anche quella parte di borgata con la rete in costruzione nella zona stazione Trento-Malè. Dall’altra parte, invece, collegata la ciclabile lungo l’Avisio con la nuova ciclopedonale della stazione Trento-Malè si potrà, poi, arrivare verso Gardolo e da lì in centro a Trento.

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