Passamontagna e fascette in auto Fermati due sospetti rapinatori

Dal passamontagna alle fascette elettriche, passando per radio ricetrasmittente ai guanti. Quello che gli agenti della polizia stradale del distaccamento di Predazzo hanno trovato sul veicolo, dopo che uno degli occupanti si era dato alla fuga, ha fatto scattare subito il piano antirapina, che ha portato a Nave San Rocco anche gli investigatori della squadra mobile: il sospetto era che i due uomini fossero pronti a mettere in atto, non solo furti, ma anche rapine in casa, qualora i padroni di casa li avessero sorpresi e che avessero tutto l’occorrente anche per immobilizzarli.

L’allarme è scattato venerdì pomeriggio, quando una pattuglia della polizia stradale di Predazzo, all’altezza dell’abitato di Nave San Rocco, ha notato una autovettura con due giovani a bordo. Gli agenti insospettiti dalle manovre del mezzo hanno intimato l’alt al veicolo che, invece di fermarsi, ha iniziato una breve fuga, imboccando il sottopassaggio ferroviario. Con una manovra repentina i poliziotti sono comunque riusciti aa bloccare l’auto, costringendola ad accostare al lato della carreggiata. Una volta ferma, mentre il passeggero è stato bloccato a bordo del veicolo, l’autista è uscito dall’auto e, dopo aver scavalcato la rete metallica che delimita l’area ferroviaria, ha attraversato i binari e poi la statale 12, facendo perdere le proprie tracce.

Dopo avere tentato di fermare il fuggitivo, gli agenti hanno quindi proceduto alla perquisizione del veicolo: a bordo sono stati sequestrati: passamontagna, cacciavite di 30 cm, radio ricetrasmittente, guanti (necessari per inibire le impronte papillari), pile a led, fascette da elettricista (usate anche per immobilizzare le persone), nastro e berretti di lana (spesso usati dai malviventi per travisare le sembianze). A quel punto è scattata anche la perquisizione a casa del proprietario dell’auto (che viaggiava come passeggero ).

Al termine degli accertamenti è stato denunciato un albanese di 24 anni regolarmente presente nello Stato per violazione dell’articolo 4 legge sulle armi.

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