A volte ritorna: la piscina in Rotaliana rispolverata in una mozione di Vedovelli

Ogni tanto riappare. Parliamo del centro natatorio della Rotaliana di cui si parla da quasi mezzo secolo senza nessun risultato.
 
Ora ci prova il consigliere comunale di opposizione, Konrad Vedovelli (foto), che sul tema ha presentato una mozione. Vedovelli ripercorre tutta la storia a partire dal 1970 per arrivare ai giorni nostri e chiede al sindaco che si faccia promotore di un accordo per riaprire la questione ricordando che la Piana Rotaliana è l’unica zona del Trentino a non avere una struttura del genere. «La Piana Rotaliana fino ad ora è rimasta esclusa da progetti simili, anche per l’indecisione dei nostri rappresentanti negli anni scorsi.
 
Tra i tanti esempi si puo’ portare ad esempio l’opera dell’ Acquarena di Bressanone, in Alto Adige: costo elevato di 19 milioni di euro, ma struttura che rimarrà nel tempo, pensata per dare un servizio alla comunità ma anche per supportare il turismo invernale ed estivo con i monti che circondano Bressanone. Per noi sarebbe la Paganella oppure sarebbe utile per integrare il turismo ciclistico di pianura, le colline lavisane e della val di Cembra. Nei primi anni di attività a Bressanone siamo a mezzo milione di visitatori, con tanti trentini che si fanno 200 km tra andata e ritorno per arrivarci».
 
Vedovelli è convinto che si un’opera di cui si puo’ tornare a parlare anche considerando il fatto che dopo decenni la Piana Rotaliana presenta in Provincia due eletti nelle file della maggioranza, Denis Paoli e Rodolfo Borga: «proprio quest’ultimo, da sindaco di Mezzolombardo fu tra i maggiori promotori del progetto di piscina qualche anno fa e quindi potrebbe farsi promotore di questa nuova richiesta.
 
«Chiediamo, in vista di possibili allargamenti nella disponibilità finanziarie per opere pubbliche come anticipato dal nuovo presidente Fugatti, che le comunità della Piana Rotaliana gestiscano queste possibilità insieme, magari tralasciando progetti minori e di campanile e chiedano insieme la possibilità di avere finalmente un’opera che si aspetta da decenni».

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