Faedo, il biodigestore di Cadino diventa "regionale"

di Giorgia Cardini

Il biodigestore di Cadino «Ciclo Verde» aumenterà la propria superficie per arrivare a trattare fino a 46.000 tonnellate di frazione umida e 14.000 tonnellate di verde all’anno, ricavando non solo più compost ma anche più biogas, nuova energia elettrica e - questa è l’ulteriore novità - biometano che sarà usato per far circolare i mezzi di Trentino Trasporti.
 
Si è chiuso positivamente, anche se con diverse prescrizioni, il procedimento coordinato per la  localizzazione nel Piano provinciale di gestione dei rifiuti dell’area che sarà usata per il potenziamento dell impianto proposto l’anno scorso da Bio Energia Trentino Srl, controllata da Bioenergia Fiemme spa, partecipata da Asia e da Dolomiti Energia.
Un progetto di respiro regionale, perché l’autorizzazione rilasciata dalla giunta provinciale il 18 maggio prevede l’estensione del bacino di utenza del biodigestore dalla provincia di Trento a tutto il Trentino Alto Adige, dando seguito così all’accordo di programma tra le due Province autonome, che si sono impegnate a trattare 15.000-20.000 tonnellate annue di rifiuto secco residuo prodotto da Trento nell’inceneritore di Bolzano e 8.000-10.000 tonnellate annue di rifiuto organico, proveniente dalla raccolta differenziata della provincia di Bolzano, nell’impianto di Cadino. Uno «scambio» che evita la costruzione, nei due territori, di altre costose e impattanti strutture.
 
Quella situata nel comune di Faedo attualmente può trattare fino a 50.000 tonnellate complessive di Forsu (frazione organica del rifiuto solido urbano): il progetto autorizzato invece prevede che si arrivi a 60.000 tonnellate, saturando la capacità di trattamento dei digestori presenti e coprendo l’intero fabbisogno provinciale.  Nel 2017 a fronte di una produzione provinciale di frazione umida pari a 53.090 tonnellate, gli impianti provinciali di Cadino e Rovereto hanno potuto trattare 45.430 tonnellate.
L’obiettivo che si è posta Bio Energia Trentino srl verrà raggiunto realizzando due nuove biocelle, una nuova tettoia verso sud per lo stoccaggio del verde e l’impianto per la produzione di biometano. L’area dell’intervento, però, presenta delle criticità geologiche ed è soggetta a crolli rocciosi: per questo motivo, dovranno essere protette sia la nuova tettoia sia la strada di servizio che partirà dalla rotatoria  appaltata nei mesi scorsi dalla Provincia. Come? Costruendo un tomo alto almeno 4,5 metri preceduto da un vallo di almeno 10 metri, con andamento sinusoidale in continuità con il vallo tomo già previsto a protezione della rotatoria.
 
Dal punto di vista della produzione energetica, il biogas prodotto dalla fermentazione anaerobica sarà completamente recuperato sotto forma di energia elettrica (8,5 milioni di kWh all’anno), termica e di biometano (prevista una produzione di 2 milioni di mc annui) che sarà trasportato a Trento tramite la rete Snam per alimentare i 64 autobus di Trentino Trasporti che viaggiano a gas.
Andrea Ventura, amministratore delegato di Bio Energia Trentino srl, commenta soddisfatto il via libera provinciale e detta i tempi per la realizzazione del potenziamento che avrà un costo complessivo di circa 4 milioni, interamente sostenuto dalla srl: «Possiamo iniziare a individuare il partner per la costruzione dell’impianto entro giugno, stiamo attendendo il nulla osta di Snam (cui dovremo collegarci per la distribuzione del miometano), quindi entro l’estate inizieremo i lavori per essere pronti e operativi nella primavera 2019».
 
Bio Energia Trentino, conclude l’ad, «ha chiuso il bilancio il 31 dicembre scorso con un utile importante e una quantità di rifiuto trattato in crescita, sia per quanto riguarda la parte umida che quella verde, e proprio per questa costante crescita c’era la necessità di potersi ampliare e di dare risposta agli ultimi territori trentini che non conferiscono la Forsu a noi: Giudicarie, Basso Garda e Ledro, con l’aggiunta di Bolzano». 

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