Sarche, finiti i lavori per il primo vallo tomo

di Patrick Zeni

Giro di boa per i lavori di «mitigazione del rischio da caduta massi» dal versante roccioso del Garzolet. Gli abitanti di Sarche potranno finalmente dormire sonni tranquilli ora che mezzo vallo tomo della lunghezza di 320 metri è pronto ad assolvere il suo dovere a presidio del centro abitato sottostante vale a dire, nelle immediate adiacenze, le scuole elementari e materna, il bocciodromo, il teatro, il campo da calcio e il parco giochi oltreché un agglomerato di abitazioni private e la statale del Caffaro. 
 
L’opera finita - ma non intera - il cui progetto esecutivo di messa in sicurezza degli edifici e della viabilità risale a settembre 2015, verrà consegnata entro fine giugno in anticipo di ben cinque mesi sulla data contrattuale (23 novembre) tant’è che il primo cittadino di Madruzzo Michele Bortoli plaude alla celerità dimostrata dagli uomini dell’impresa esecutrice Burlon, ormai in procinto di smantellare il cantiere aperto il primo giorno di febbraio (lavori consegnati il 24 novembre scorso) e praticamente ultimato da venti giorni se non fosse per le piccole rifiniture della scogliera interna al paramassi e l’inverdimento verticale.
 
Essenze vegetali erbacee, arboree e rampicanti preferite per attenuare l’impatto ambientale e visivo delle terre rinforzate ottenute dalla compensazione tra sterri e riporti di 25 mila metri cubi di materiale: paramenti esterni adornati da piante di oleandro in corrispondenza della balza principale sovrastata da circa ottomila piante di edera, mentre sul fronte strada un’area verde di modesta superficie piantumata a lecci, cipressi e allori e pacciamata con cortecce di pino.
 
Il nuovo rilevato arginale, nei pressi dell’imbocco della ferrata Rino Pisetta, presenta altezza variabile tra i 7,2 e i 9,2 metri, spessore al piede di quasi 9 metri - spiega il direttore tecnico del cantiere Riccardo Agostini - e un tratto di esso è sorto sulle ceneri di un muraglione di minore imponenza messo in opera negli Ottanta, ma di fatto sproporzionato alla volumetria del dietro che incombe sull’abitato tuttora sottoposto a monitoraggio come da un trentennio a questa parte. Una placca di roccia instabile da 70 metri cubi è stata fatta brillare il 30 ottobre scorso nell’operazione coordinata dal Servizio prevenzione rischi della Provincia di Trento, seppur proseguono le indagini sul comportamento meccanico del versante e le verifiche di stabilità condotte dall’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Cnr di Monterotondo. 
 
Dell’intervento, il cui importo a base d’appalto ammonta a 993 mila euro, si fa carico in termini finanziari, progettuali ed esecutivi il Dipartimento di protezione civile. Ma non né finita: ora l’attenzione passa ora sul secondo lotto da appaltare verso la metà del prossimo anno per i lavori di realizzazione di un’altra coppia di tomi attigui, grossomodo delle stesse dimensioni degli attuali (sviluppo complessivo di circa 400 metri), e la messa in sicurezza di sette massi isolati sul pendio boscoso a monte dell’oliveto nei dintorni dell’ex convento.

comments powered by Disqus