Rotaliana, viticoltura

C’era anche Enrico Zanoni, direttore generale di Cavit, sabato a Roverè della Luna durante i lavori dell’assemblea della cantina sociale. Caricatissimo dai risultati performativi del consorzio di secondo grado, ottenuti soprattutto grazie al potente carburante che risponde al nome Pinot Grigio, Zanoni ha presenziato all’assemblea della cantina che per storia, tradizione e qualità è la anche la piccola e nobile patria del Pinot Grigio trentino. Ed è stato lui, a spiegare ai contadini del conoide come funziona sui mercati internazionali la grande macchina del vino che continua a fabbricare soldi a palate grazie a questa varietà. Accanto a lui anche il presidente Diego Coller e il direttore Corrado Gallo.
 
I risultati performativi di Cavit nel 2015, quindi, non potevano che condizionare positivamente anche la sociale di Roveré. Seconda annata della storia quasi secolare della cantina, per quantità di uva raccolta: 71 mila quintali, di cui quasi il 90% per cento a bacca bianca. Tanta uva, tanto vino, soprattutto Pinot Grigio, e quindi tanti soldi. E i soldi distribuiti ai viticoltori roveraideri, quest’anno sono stati davvero tanti e hanno riconfermato la cantina ai vertici della piramide delle sociali trentine di area Cavit, in quanto a rimuneratività.
 
Il valore medio delle uve si è attestato oltre l’asticella dei 130 euro, dieci euro secchi in più rispetto all’anno precedente. L’aumento del venti per cento della produzione rispetto al 2014, ha fatto lievitare anche la redditività ad ettaro, che ha superato la soglia psicologica dei 20 mila euro (21.355). Un balzo in su del 25%. Il vigneto roveraidero ha mostrato una forte inclinazione alla produttività, ispirato ad un modello intensivo di coltivazione: 162 quintali ad ettaro. Una produttività che si spiega, soprattutto, con una viticoltura posizionata esclusivamente nel fondovalle. E che fa registrare una capacità di resa molto superiore rispetto a quella di altre zone.
 
Le recenti assemblee delle coop lagarine, per esempio, hanno evidenziato numeri di gran lunga inferiori: 118 quintali ettaro alla Mori Colli Zugna, 150 alla sociale di Ala, 135 a Vivallis. L’altro elemento che anche quest’anno ha giovato alla cantina di Roveré, è stata la possibilità di incantinare uve che si fregiano della rinomata, e quindi più redditizia, Doc Alto Adige: circa il trenta per cento del vigneto di pertinenza della sociale infatti è in provincia di Bolzano ed è coltivato a Pinot Grigio che di solito prende la strada del Veneto e viene venduto ad un cliente storico di Roveré: Santa Margherita. In crescita anche le bottiglie vendute in proprio nel canale Horeca, che hanno fatto segnare un aumento di un punto e mezzo in percentuale. Effetto ottenuto anche al lancio sul mercato, lo scorso anno, del metodo classico Vervè, sia bianco che rosé: 8000 mila bottiglie sboccate che il direttore Gallo ha confermato essere state tutte vendute. Una linea di produzione, che il direttore ha confermato in misura costante anche nei prossimi anni. 
 
L’assemblea di sabato ha provveduto anche al rinnovo delle cariche sociali. Tutti rieletti i membri degli organi dirigenti in scadenza: Paolo Ferrari e Marco Pomella (consiglieri), Mario Angeli (presidente del collegio sindacale), Ezio Gobbi e Anna Postal (sindaci effettivi), Fabio Clementi e Carlo Toniolli (sindaci supplenti).

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