I «5 Comuni» ora possono organizzarsi il futuro

Le nubi che si fanno meno cupe sul futuro della Cantina LaVis dopo il via libera delle banche del piano di risanamento proposto dal commissario Girardi, sul cielo del Consorzio 5 Comuni sono già ampi squarci di sereno.

Entro la prima decade di aprile la cooperativa che riunisce 320 soci frutticoltori di Lavis e Piana Rotaliana si ritroverà in assemblea e le cose che il presidente Roberto Roncador avrà da dire sono destinate a segnare l’avvio di una stagione nuova, di rilancio e ritrovata freschezza e serenità. In primis sui rapporti in via di completa definizione con la Cantina LaVis, ed a cascata sull’investimento da 8,8 milioni che il consorzio si appresta a fare su rinnovamento e piccolo ampliamento del magazzino di Mezzolombardo.

Ufficialmente la parola fine sul capitolo dei controversi e duri rapporti fra Cantina LaVis e 5 Comuni non è ancora stata scritta, visto e considerato che per ragioni tecnico-bancarie l’ipoteca sul magazzino frutticolo di Lavis rimarrà ancora per un anno o due, ma la conciliazione nei fatti c’è già stata. «Il merito va ascritto al commissario Girardi - riconosce il presidente di 5 Comuni, Roberto Roncador-. Ha colto l’importanza di riportare armonia fra le basi sociali dei due soggetti cooperativi. Basi sociali che essendo per larga parte comuni, si erano trovate a disagio e confuse dopo la causa intentata dalla Cantina LaVis a 5 Comuni per il conguaglio di 1 milione e mezzo di euro chiesto per un terreno acquistato a Mezzolombardo in contanti da LaVis e poi attribuito a 5 Comuni quando i due soggetti si separarono».

La soluzione definitiva di questa delicata vertenza è prossima, stante l’imminente scadenza del periodo di commissariamento. «Ostacoli non ne vedo -prosegue Roncador -. 5 Comuni non ha mai negato il debito: figura nei nostri libri contabili. Il fatto è che eravamo in difficoltà a restituire in un botto quei soldi non avendo accesso al credito a causa dell’ipoteca che grava sul nostro magazzino di Lavis. Usare la liquidità disponibile per saldare il debito avrebbe significato un saldo e un acconto per i nostri soci che sarebbero saltati e questo non era possibile. Peraltro né con Zanoni né con Paolazzi ci siamo mai tirati indietro, visto che a partire dall’insediamento del consiglio che presiedo da dicembre 2013 a gennaio 2015 abbiamo liquidato alla cantina tra parte di capitale ed interessi versati in toto fino al dicembre scorso, circa 700 mila euro».

La firma dei giorni scorsi, al di là dell’ipoteca sulla struttura di Lavis che rimarrà ancora per un po’ e dell’estinzione del debito residuo (circa 1 milione) che sarà definita a breve, ha portato un clima nuovo nei rapporti con gli istituti bancari. Clima di cui
«5 Comuni» intende beneficiare per far partire un investimento di vitale importanza per il proprio futuro.

«Abbiamo una delibera della Provincia che ci finanzia al 45% un investimento di 8,8 milioni per la ristrutturazione e messa a norma del magazzino di Mezzolombardo e un ampliamento di 40 mila quintali - spiega il presidente -. Se tutto andrà bene, supportati dalle nostre banche di riferimento che sono le Casse Rurali Lavis Valle di Cembra, Mezzolombardo e Giovo oltre a Cassa Centrale, vorremmo partire con i lavori entro metà anno».

Oggetto del primo lotto di lavori del valore di circa 5,5 milioni, saranno ristrutturazione dei magazzini di frigoconservazione, impianti tecnologici e messa a norma rispetto alla sicurezza sul lavoro. «Per il futuro della nostra cooperativa sono interventi importantissimi, dettati dalla vetustà degli impianti (quelli di Mezzolombardo sono degli anni ‘70), e dall’obbligo di metterli a norma entro un anno, dopo la visita che abbiamo avuto recentemente da parte dell’Uopsal».
E il magazzino di Lavis? «Quello risale addirittura agli anni ‘60, ma credo continueremo ad utilizzarlo ancora per 5-6 anni, e comunque fintanto che non riusciremo a garantire la frigoconservazione di tutto il nostro prodotto a Mezzolombardo, dando così pieno corso alla delibera di accentramento votata a suo tempo dall’assemblea».

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