Comune unico del porfido, si muovono cittadini e Asuc

Tra Albiano e Lona Lases nasce un comitato

di Giorgia Cardini

Una sala quasi al completo, piena di giovani e di persone attente: nel teatro di Albiano, l’altra sera, l’assessore provinciale Carlo Daldoss, il direttore del Consorzio dei Comuni Alessandro Ceschi e l’ex sindaco di Coredo Paolo Forno hanno illustrato la strada per le fusioni (qui la legge), che potrebbe portare alla nascita del «Comune unico del porfido» tra Albiano, Lona Lases e Fornace.

Proprio per accelerare il percorso amministrativo, facendo pressione sui consigli comunali, tra Albiano e Lona Lases sta nascendo anche un movimento trasversale fatto di consiglieri, assessori, semplici cittadini, rappresentanti delle Asuc. La convinzione con cui l’amministrazione di Albiano (guidata da Maria Grazia Odorizzi e presente giovedì al completo) sta percorrendo la via per il referendum non è infatti così chiara a Fornace, dove c’è ancora qualche dubbio riguardo al partner da scegliere (se Albiano o Civezzano) né tanto meno a Lona Lases, dove il sindaco Marco Casagranda è contrario e l’argomento è stato toccato finora solo fugacemente.

[[{"type":"media","view_mode":"media_preview","fid":"184061","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"180","style":"float: right;","width":"180"}}]]Ma chi era presente ad Albiano giovedì è uscito con la netta sensazione che si debba andare avanti: il clima dell’incontro è stato infatti positivo, non ci sono stati interventi pregiudizialmente negativi ma solo volti a capire meglio cosa potrebbe accadere all’istituto comprensivo (Albiano è con Fornace e Civezzano, Lona Lases con Segonzano), alle Asuc, alle riserve di caccia. Istituzioni fondamentali per l’identità dei paesi, che la legge sulle fusioni non tocca. Mentre i vantaggi possibili sono parecchi: a iniziare dal fatto che chiudere la «pratica» entro il 10 marzo, presentando delibere favorevoli alla fusione e la richiesta di referendum col 15% di firme dei residenti, consentirebbe al futuro comune unico di percepire un contributo complessivo di 4.850.000 euro in vent’anni, che calerebbe a 2.080.000 euro se invece si sforasse la prima decade del prossimo mese .

Non solo: come rileva l’ex sindaco di Lona Lases Vigilio Valentini, che nei giorni scorsi ha diffuso un appello per la fusione ed è intervenuto anche ad Albiano per sollecitare le amministrazioni a fare in fretta, «entro 6 mesi la Provincia deciderà gli ambiti per le gestioni associate obbligatorie e, se non ci sbrighiamo, saremo costretti ad associarci con chi potrebbe restare solo sull’altra sponda della valle, dato che Cembra e Lisignago da una parte, Faver, Valda, Grumes e Grauno dall’altra, sono intenzionati a unirsi».

L’urgenza di arrivare a un risultato è condivisa anche dall’assessore di Lona Lases Carlo Micheli, per ora unico della giunta a dirsi favorevole: «Faccio parte del movimento che tra Albiano e Lona Lases si muoverà per arrivare all’indizione di un referendum. Come amministrazione non possiamo impedire ai cittadini di pronunciarsi: per questo in consiglio comunale dovremo arrivare, possibilmente prima del 10 marzo, a una maggioranza trasversale favorevole alla presentazione di un progetto e all’indizione della consultazione». E se non si riuscisse ad avere la maggioranza in consiglio? «Allora ci daremmo da fare per raccogliere il 20% di adesioni tra i cittadini, così da bypassare il no del consiglio».
A muoversi nel costituendo «comitato» sono anche molti membri delle Asuc di Lona e di Lases, favorevoli alla fusione che non tocca le amministrazioni di uso civico e i relativi patrimoni. E se Lona Lases si muove dal basso, a Fornace il sindaco Pierino Caresia annuncia che, dopo il consiglio comunale informale di mercoledì scorso, non risolutivo sulla scelta del versante verso cui guardare (se la Valsugana o la Val di Cembra), un nuovo incontro pubblico si svolgerà venerdì 13 febbraio alle 20.30 nella sala comune del municipio: «Vorremmo fosse una serata dirimente, lì cercheremo di raccogliere l’orientamento dominante dei presenti per arrivare a scegliere l’ambito verso cui guardare».

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