Lavis, Patt e Pd ai ferri corti non solo sui candidati

di Mariano Marinolli

Doveva essere l'incontro decisivo, quello di mercoledì pomeriggio a Lavis, tra Pd, Patt e Upt. Invece, le tre delegazioni sono tornate a casa con un pugno di mosche. Il Patt rivendica il candidato sindaco nella persona di Andrea Brugnara, assessore all'urbanistica della Cdv Rotaliana Königsberg e figlio di quel Claudio Brugnara che fu primo cittadino di Lavis prima di Graziano Tomasin. Sul fronte opposto, il Pd si è giocato la carta di Claudio Marconi, dipendente provinciale e originario di Lavis, ma che da anni non vive più in paese. Marconi fece parte della coalizione di centrosinistra, come consigliere comunale del Patt, nella giunta di Graziano Tomasin.

Poi uscì dalla scena politica dopo un breve periodo di militanza tra le genziane di Dario Pallaoro. Le tre delegazioni erano guidate rispettivamente: dal segretario politico del Patt Franco Panizza (accompagnato dal coordinatore di zona, Alberto Giovannini , e dal presidente della sezione di Lavis, Vittorio Carlini); dalla segretaria provinciale del Pd, Giulia Robol (accompagnata dall'assessore Alessandro Olivi , dal coordinatore pro tempore del Pd rotaliano, Luca Paolazzi e dalla consigliera comunale lavisana, Cristina Casagrande); dal coordinatore della Rotaliana dell'Upt, Danilo Dalla Brida (accompagnato dal capogruppo in consiglio comunale Antonio Moser e da una folta rappresentanza comprendente anche l'ex segretario della Margherita di Lavis, Argeo Battisti e il consigliere di ViviLavis, Giancarlo Rosa). 


E dopo i soliti convenevoli, si sono messi subito, come si suol dire, i piedi nel piatto: il nome di Brugnara non piace al Pd perché rievoca la bagarre delle Masere e il sostegno al progetto del tandem Diamantini-Toffolon sostenuto a spada tratta proprio dall'esponente del Patt. Al termine dell'incontro, però, Luca Paolazzi non ha voluto rilasciare alcun commento. «Dico solo che la trattativa proseguirà tra una decina di giorni e noi compiremo un'attenta analisi della situazione nell'assemblea dei nostri iscritti, già fissata per il 6 febbraio». Per l'Upt, Danilo Dalla Brida appare piuttosto preoccupato: «Non so come andrà a finire, ma siamo sempre alla ricerca di una soluzione per dar vita alla coalizione. Patt e Pd, sulla questione Masere, hanno ancora posizioni distanti e noi stiamo cercando di mediare. Dico solo: è inutile mettersi assieme se poi sussistono divergenze sugli obiettivi. Non possiamo far finta che la divisione sulle Masere non esista: prima o dopo, tutti i nodi vengono al pettine e non ha senso creare oggi una coalizione, senza punti fermi ben precisi, che rischia di disfarsi il giorno dopo le elezioni».

Un pacato Vittorio Carlini, invece, esprime la sua amarezza per le rigide posizioni tenute dal Pd locale sia sulla candidatura di un proprio sindaco, sia sulle Masere: «Noi, quando facevamo parte fino al 2004 della coalizione di centrosinistra, abbiamo sostenuto il candidato Pd per due legislature. Secondo la logica dell'alternanza, tocca a noi, adesso, chiedere il candidato sindaco». 

Però Graziano Pellegrini è sindaco già da undici anni. «Mica con i voti del centrosinistra - risponde Carlini - e, siccome nel 2004 il Pd non accettò la logica dell'alternanza, fu per tale motivo che firmammo l'accordo con il centrodestra. Riguardo le Masere, invece, non dobbiamo fasciarci la testa e non vedo quale sia il problema, poiché toccherà al commissario deciderne la destinazione e non all'amministrazione comunale. È ben vero che poi si dovrà approvare un piano attuativo, però non mi spiego questa rigidità da parte del Pd locale, nonostante la segretaria Robol abbia cercato una mediazione».
A questo punto, ognuno per la propria strada? «Non lo escludo. Mi dispiace, perché ci tenevo davvero tanto a far rinascere a Lavis la coalizione del centrosinistra autonomista. All'assemblea dei nostri iscritti, fissata per il 5 febbraio, chiederò carta bianca: se il Patt ha voglia di governare, è giusto che mantenga anche il sindaco. Pur di difendere il nostro candidato sindaco, siamo pronti a presentarci da soli alle elezioni di maggio. Poi, al ballottaggio, si vedrà».

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