Animali

Condino, un’orsa e i suoi 2 cuccioli immortalati in giardino alle 5.40: forestali allertati

“Ho ricevuto tante chiamate, la popolazione è preoccupata - commenta il vicesindaco di Borgo Chiese, Giuseppe Leotti, con delega al patrimonio boschivo e rurale, alle malghe e alle aree montane - è chiaro che questi esemplari stanno diventando troppo confidenti”

di Matilde Armani

BORGO CHIESE. Torna al centro del dibattito pubblico il tema, sempre più divisivo, della convivenza tra uomo e grandi carnivori. A riaccendere le polemiche, in Valle del Chiese, è un video che in poche ore ha fatto il giro dei social: tre orsi, una femmina con due cuccioli, vengono ripresi dalle telecamere di sorveglianza mentre attraversano un giardino privato a Condino, si avvicinano al garage e poi si allontanano lungo via Armando Diaz.

Le immagini sono state registrate alle 5.40 del mattino, un orario in cui, poco dopo, quella stessa strada viene percorsa dagli studenti che raggiungono l'autobus per andare a scuola.

«Ho ricevuto tante chiamate in queste ore: la popolazione è preoccupata - commenta il vicesindaco di Borgo Chiese, Giuseppe Leotti, con delega al patrimonio boschivo e rurale, alle malghe e alle aree montane - è chiaro che questi esemplari stanno diventando troppo confidenti». La scoperta è avvenuta quasi per caso: la proprietaria dell'abitazione, dopo aver trovato degli escrementi nel giardino, ha pensato inizialmente si trattasse di un cane. Soltanto riguardando le immagini delle videocamere ha realizzato di aver avuto ospiti ben più ingombranti.

Secondo le prime verifiche, potrebbe trattarsi degli stessi orsi già avvistati nei giorni scorsi a Castel Condino. Immediatamente sono stati allertati i forestali e il reperibile di turno; sono seguiti ulteriori sopralluoghi, ma i tre plantigradi non sono stati rivisti.

«Loro fanno la parte degli animali, si avvicinano alle case in cerca di cibo - prosegue Leotti - di fronte alla presenza di umani non sappiamo come possono reagire, soprattutto una mamma con i cuccioli».

Gli orsi, reintrodotti in Trentino nell'ambito del progetto Life Ursus, rappresentano un simbolo di biodiversità ritrovata, ma anche una sfida gestionale e culturale. Una questione che da anni divide quella di come conciliare la tutela della fauna selvatica con la sicurezza delle persone, considerata la crescente confidenza di certi esemplari.

«Non è colpa della Provincia, non è colpa dei forestali - conclude il vicesindaco - è una situazione frutto di scelte politiche passate sbagliate. La popolazione deve essere la nostra priorità nelle decisioni che vengono prese. Tutti parlano, ma nessuno agisce. La soluzione, almeno per gli esemplari troppo confidenti, ci sarebbe». Un monito che suona come l'ennesimo appello a una politica di gestione più chiara, trasparente e condivisa.

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