La storia: parla l’autista che lo scorso 12 aprile ha salvato sette persone
Graziano Rosa si è trovato a gestire un grave incidente nella galleria Ballandin, sulla SS237 del Caffaro, a Comano Terme. Un frontale tra due auto ha scatenato fiamme e fumo nel tunnel. Ma grazie alla prontezza di Rosa, le conseguenze sono state contenute
GIUDICARIE. Non è il tempo a rendere più facile il racconto. «Parlarne oggi non è meno difficile» spiega Graziano Rosa, autista di lungo corso per Trentino Trasporti, che lo scorso 12 aprile si è trovato a gestire un grave incidente nella galleria Ballandin, sulla SS237 del Caffaro, a Comano Terme. Un frontale tra due auto ha scatenato fiamme e fumo nel tunnel. Ma grazie alla prontezza di Rosa, le conseguenze sono state contenute.
Nei giorni scorsi, il giudicariese è stato accolto dal presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, che ha voluto ringraziarlo di persona per quanto fatto. «Ho visto un interessamento sincero rispetto all'accaduto - racconta Rosa - mentre mi ascoltava, si immedesimava nella situazione. Anche al governatore ho voluto sottolineare la perfetta organizzazione dei soccorritori volontari, orgoglio e valore aggiunto del nostro Trentino».
L'autista dopo aver notato l'incidente, ha fermato il mezzo, messo in sicurezza i passeggeri attraverso l'uscita di emergenza e, con l'estintore dell'autobus, si è diretto verso l'auto incendiata, cercando anche altri eventuali feriti. L'incendio si è ridotto, ma non si è spento. Ha condotto in salvo i primi cinque passeggeri, servendosi come riferimento delle luci dell'autobus visibili nella coltre di fumo. Poi è tornato con un secondo estintore per prestare aiuto ai due feriti immobili a terra, mentre le gomme esplodevano e l'aria era ormai irrespirabile. Quando ha udito le sirene dei soccorsi è corso loro incontro per guidarli nel punto esatto.
L'emergenza si è conclusa solo nel pomeriggio, quando Rosa ha potuto riportare l'autobus al deposito di Tione dopo averlo ripristinato. Anche Graziano era completamente impregnato di fumo e fuliggine, con tosse continua e un forte mal di gola che hanno richiesto un controllo al pronto soccorso.
«In quel momento ero concentrato su cosa fare, non ho avuto tempo per il panico. Poi è uscita la preoccupazione, l'ansia, la tensione». A tranquillizzarlo, il fatto di essere riuscito a mettersi in contatto con i feriti: «Poteva andare molto peggio». Il gesto di Rosa ha fatto in breve tempo il giro dei social: «In un mondo strano ed egoista dove la gente pensa solo a se stessa - ha scritto qualcuno - è doveroso mettere in luce ciò che è successo». E un padre ha voluto dire la sua: «Su quella corriera c'era mia figlia: un enorme grazie per averla portata in salvo».
Ma Rosa rifiuta l'etichetta di eroe: «Non vedo eroismo in ciò che ho fatto. Ho capito che la situazione era pericolosa per tutti, non è stata incoscienza, ma responsabilità. Aver agito in quella circostanza è stata la logica conseguenza di una visione del mondo dove al centro ci sono le persone». E aggiunge: «È un lavoro di squadra dove più professionisti sono quotidianamente impegnati per garantire a tutti di poter viaggiare sereni e sicuri. È quello che facciamo ogni giorno, anche quando ci troviamo ad affrontare discussioni e aggressioni. Continuiamo a metterci sempre il cuore. In questo senso ritengo di aver fatto solo quanto dovevo».
Oggi, ogni volta che attraversa quella galleria, il pensiero torna a quella mattina. «Quel pezzo di strada lo faccio anche più volte al giorno. Quando ho il volante in mano sono concentrato e non mi lascio il lusso di distrarmi. Forse anche confortato dal fatto che è stata una storia, fortunatamente, a lieto fine».