Lo stop

Tione, sono finiti gli “Happy days”: dopo 12 anni chiuso uno dei ritrovi preferiti dei giovani della zona

Intanto c'è già chi fa sapere che in quel locale aprirà presto una pizzeria da asporto: un'attività utile e che sicuramente lavorerà molto, ma che difficilmente potrà sostituire il valore sociale e aggregativo che per dodici anni ha rappresentato l'Happy

di Matilde Armani

TIONE. Il bar Happy Days ha chiuso per sempre. Da qualche giorno, le serrande del locale di via Durone a Tione non si rialzeranno più. Con quella porta chiusa se n'è andato un punto fermo della vita sociale giovanile della zona. Come suggerisce il nome stesso, l'Happy Days per dodici anni è stato il luogo dove in tanti hanno passato giorni felici, tra risate, attese, abitudini, primi amori e ultimi brindisi. Il locale gestito dal giovane titolare Christian Rigotti, aperto nel 2013, ha cessato definitivamente la propria attività.

Per chi ha frequentato il bar in questi anni, soprattutto i ragazzi della Busa di Tione, la notizia è stata un colpo. Perché l'Happy suppliva alla cronica mancanza di alternative dell'intera vallata giudicariese. C'era chi lo sceglieva per guardare le partite di calcio, chi per fare due tiri a freccette, chi semplicemente per ritrovarsi con gli amici in un ambiente familiare.

La sua posizione strategica, accanto al Cfp Enaip e all'Istituto Guetti, lo rendeva un riferimento anche per studenti, insegnanti e personale scolastico: colazioni prima delle lezioni, pause caffè e pranzo. A fine anno scolastico diventava una tappa fissa: ci si passava per festeggiare la fine delle lezioni o, per i maturandi, per celebrare la fine di un ciclo importante.

Con il suo locale, Rigotti sosteneva in modo concreto molte realtà giovanili: ha dato il nome a squadre di calcio che partecipavano a tornei estivi, ha supportato la squadra di freccette che proprio nel bar trovava la propria sede, ha sponsorizzato altre iniziative sportive e manifestazioni organizzate direttamente dai giovani.

La sua chiusura è l'ennesima conferma di quanto sia difficile, per i giovani del territorio, trovare spazi in cui incontrarsi, stare insieme, semplicemente vivere la propria età. Il fine settimana torna a essere un punto interrogativo.

E per molti la vera domanda non è cosa fare, ma dove andare. Intanto c'è già chi fa sapere che in quel locale aprirà presto una pizzeria da asporto: un'attività utile e che sicuramente lavorerà molto, ma che difficilmente potrà sostituire il valore sociale e aggregativo che per dodici anni ha rappresentato l'Happy.

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