Orsi, dissuasori sonori e luminosi per le malghe
In Rendena l’iniziativa degli allevatori insieme al Parco Adamello Brenta e al Dipartimento fauna. Progetto innovativo anche per fare del letame compost di qualità
RENDENA. Doveva essere l'ultima riunione da presidente di Manuel Cosi e invece è stata l'ultima di questo mandato. L'assemblea degli allevatori della Rendena gli ha chiesto di proseguire. Qui finisce la sintesi e comincia la cronaca, che comprende l'annuncio di due progetti sperimentali: il rivoltamento del letame e i dissuasori sonori nei pascoli contro gli orsi.
Partiamo da una domanda banale: stato delle malghe? È vero che non si monticano più? «Non è vero: si monticano, ma le Amministrazioni, dopo la bolla speculativa di qualche anno fa, cominciano a farsi delle domande. E gli allevatori collaborano. Il problema più grosso, lo abbiamo denunciato in assemblea, riguarda, oltre ai costi, i grandi carnivori».
"Progetto con il Parco Adamello Brenta e con il Dipartimento fauna della Provincia per installare in alcune malghe dissuasori acustici e luminosi. Obiettivo: poterci difendere. È un metodo innovativo di affrontare l'argomento, e non c'è stato nessun dubbio da parte degli allevatori», assicura Cosi.
Secondo progetto innovativo, con l'Istituto agrario di San Michele e l'appoggio della Federazione allevatori, nell'ambito del progetto "Trame di natura" del Parco fluviale della Sarca: rivoltamento del terreno per la maturazione controllata del letame per avere un compost di qualità. Se ne parla da tempo, anche perché lo scarico del letame nei terreni, con il fardello di odori e colori che si porta dietro, ha creato (per usare un eufemismo) qualche problema in passato in zone ad alta intensità turistica in cui si pretenderebbe un ambiente lindo. «Ora si va al concreto - osserva Manuel Cosi - perché arriva una macchina in affitto all'Unione allevatori. Il prodotto che ne esce sarà utilizzato per concimare i prati, ma in caso di esubero si pensa ad un utilizzo nella frutticoltura». Quindi per ovvie ragioni fuori dalla Rendena.
«La logica - conclude Cosi - passa attraverso un accordo di sistema che esce anche dalla nostra valle». Quindi, senza fare troppa poesia, il passaggio dal rifiuto all'opportunità.Presenti all'assemblea 35 allevatori. Dall'esterno Alberto Mazzola (vicepresidente della Federazione), la consigliera provinciale Vanessa Masè, i sindaci di Pinzolo e Caderzone Terme, Michele Cereghini e Marcello Mosca. Presenze non casuali le loro: infatti sono i due comuni con maggiore presenza nella zootecnia. A proposito di presenza, gli allevatori in Rendena sono una quarantina con un migliaio di capi bovini, l'85% di razza Rendena.Assemblea importante perché elettiva. Per il direttivo si sono ricandidati lo stesso Manuel Cosi (in rappresentanza di Giustino, comune in cui, detto fra parentesi, si candida a sindaco), Ivan Artini di Zuclo e Valentino Collini di Pinzolo. Sono arrivati tre volti nuovi: Martino Polla di Caderzone, Thomas Masè di Strembo e Daniele Polla, anch'egli di Caderzone, a succedere allo zio Maurizio nella logica del ricambio generazionale.Subito dopo l'assemblea, nemmeno il tempo di un caffè, si è riunito il direttivo, per la distribuzione degli incarichi. Confermati Cosi presidente, come detto, e Nicola Fantoma come delegato in Federazione. Alla vicepresidenza dell'Unione è stato eletto Martino Polla. «I ragazzi mi hanno chiesto di essere accompagnati per un triennio. Mi sono detto che se questo è il gruppo, giovane e con voglia di fare, ci sto», giustifica la scelta il presidente. Quindi, azzardiamo, si assume il compito di fare la chioccia... Sorride Manuel Cosi: «Stavolta sì. Sono tutte persone capaci, ma mi è stato chiesto: vuoi dire di no? Siamo tutti consapevoli che avrò da lavorare anche in altri ambiti: per questo abbiamo distinto fra delegato in Federazione e vicepresidente».