Tione / La disputa

Bici contro il lampione, battaglia per il vetro conficcato nella gamba

L’incidente è avvenuto nel maggio 2019: ferito un bambino. Adesso la famiglia chiede i danni all’Azienda dei servizi municipalizzati, puntando il dito contro la manutenzione

TIONE. Aveva perso il controllo della sua bici, finendo contro un lampione (in foto). Un incidente di poco conto, se non fosse che - dal corpo illuminante - si era staccato un pezzo di vetro, che gli si è conficcato nella coscia sinistra, provocando un taglio profondo. Protagonista, suo malgrado, dell'accaduto, un bambino di 10 anni.

L'incidente risale alle 19.30 del 9 maggio scorso ed è ora al centro di un contenzioso fra la famiglia del minore, seguita dalla società Studio3A, che imputa l'infortunio alla grave carenza di manutenzione del corpo illuminante e l'Azienda servizi municipalizzati di Tione, la quale sostiene invece di avere sempre adempiuto ai suoi obblighi e contesta la dinamica all'origine delle lesioni. Sul tavolo c'è una richiesta di risarcimento danni.

«L'episodio e la sua dinamica sono incontestati, vi sono svariati testimoni che hanno visto la scena del povero bambino con il pezzo di vetro piantato sulla gamba, e che hanno anche evidenziato come quella plafoniera già in precedenza fosse danneggiata», osservano dalla società di consulenza legale. Il bamino era stato soccorso dall'ambulanza e portato in ospedale a Tione.

Alla prognosi di due settimane, se ne erano aggiunte altre tre. E gli è rimasta «una residua invalidità permanente non trascurabile», oltre al grave danno estetico. L'Asm aveva aperto la pratica di sinistro e sottoposto il bambino a una visita del proprio medico legale, che però lo aveva rimandato ad un accertamento successivo non ritenendo stabili le lesioni.

«Ma la chiamata non è arrivata», denunciano. E ai solleciti, aggiunge la società, l'Asm avrebbe risposto chiamando di fatto in causa i genitori, che non avrebbero dovuto fare uscire il figlio di casa durante il lockdown. Ma sul punto la risposta è netta: «Il bambino era sotto casa e il 9 maggio 2020 si era in Fase 2, dunque erano consentite passeggiate nel proprio Comune di residenza».

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