Carisolo / Il caso

Area edificabile ma il proprietario non può costruire: pericolo di caduta massi

La montagna instabile sovrasta la strada statale e un terreno privato, mancano le barriere di protezione. Il proprietario: "Ci pago le tasse da vent'anni ma non posso fare nulla"

di Giuliano Beltrami

CARISOLO. «Mi chiamo Dalmazio Maestranzi e ho una storia da raccontare».

Questo l'esordio. La storia ha il sapore avvincente delle tipiche storie all'italiana.Il signor Dalmazio (di Giustino) possiede un terreno di un ettaro circa sulla strada che da Carisolo conduce a Madonna di Campiglio. 4.500 metri quadrati sono edificabili, «perciò ci pago ogni anno 5.000 euro di oneri», sottolinea.

Edificabile? «Già, ma inutilmente». Come sarebbe? «Il mio terreno è a valle della strada. Sopra, la montagna è instabile, a rischio caduta massi, perciò non posso costruire.

Da vent'anni pago le tasse come zona edificabile, ma non posso costruire.

Hanno cambiato tre piani regolatori, lasciando sempre edificabile il mio terreno, ma di fatto non è edificabile. Sa cosa mi è costato finora? Circa centomila euro», snocciola Dalmazio Maestranzi.

Il seguito è anche più avvincente, e soprattutto ancor più all'italiana. «Pensi, volevano che a monte io costruissi una barriera paramassi a difesa della statale e del mio terreno, che (giova ricordarlo) è a valle della statale. Fra l'altro sono terreni di privati, che io avrei dovuto comperare per costruire la barriera a difesa della statale e del mio».

E lei? «Mi sono dichiarato d'accordo. Ho detto: va bene, costruiamo questa barriera, ma mi scalate le tasse per l'area edificabile».

Risposta? «Non si può fare. Devi pagare gli oneri».

E allora? «Allora? Sa cosa gli ho detto? Non faccio un...». Capito.Non si ferma qui Dalmazio Maestranzi. «Nel 2013 ho depositato in Comune ed in Provincia la perizia geologica da cui si evince che effettivamente i massi erratici sul versante della montagna che sovrasta la statale esistono. A oggi (sono passati otto anni) non è successo niente.

Tenga presente che un sasso ha già colpito una macchina, senza conseguenze per gli occupanti, per fortuna. Incidenti gravi non ce ne sono stati. Certo, qualche intervento dei pompieri per sgomberare dai sassi è stato fatto».E a questo punto? «Ho fatto un esposto alla magistratura per capire perché non si è mosso nulla. Tenga presente che altrove (vedi Val Genova) sono intervenuti per mettere in sicurezza tratti di strada pericolosi. Voglio capire chi risponde penalmente e civilmente. Se viene giù un sasso mentre passa uno in bicicletta che cade e muore, chi risponde? Può apparire una questione di lana caprina, ma si sa come vanno queste cose. Risponde il sindaco che è responsabile del territorio? La montagna da cui parte il masso è del Comune. Risponde la Provincia che è titolare della strada su cui transitano i veicoli?».

Maestranzi una cosa non la capisce: «Perché il mio terreno è a rischio, mentre la strada no?».

Fra l'altro parla di un danno consistente. Ad un certo punto ha presentato il progetto per la costruzione di una moschea. Provocazione? «No. Hanno dovuto approvarmelo, anche se hanno cercato in tutti i modi di convincermi a ritirarlo. Risultato: hanno cambiato il piano regolatore, mettendoci dentro il pericolo dei sassi. Pensi che avrei potuto vendere il terreno: ero già a trattativa avanzata con una ditta di fuori regione. Cosa vuoi vendere se non puoi costruire?».

Qui finisce Dalmazio e comincia Arturo, che sta per Povinelli, sindaco di Carisolo. «Guardi - commenta - la vicenda nasce ben prima che io diventassi sindaco. Di sicuro quel tratto di strada andrebbe messo a posto, perché sopporta un traffico notevole.Immagini cosa accadrebbe se decidessi di chiudere la strada ogni volta che si dirama l'allerta per bombe d'acqua o simili. Cosa direbbero a Campiglio? La soluzione?», conclude, «fare un tratto in trincea. Perché non intervenire quando si realizzerà la circonvallazione di Pinzolo?».

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