Finanze / Il costo

Bondo, quel centro sportivo costato tre milioni e mai decollato: storia di un progetto faraonico

A Fiana inaugurazione in pompa magna, ma a distanza di quattro calendari, appare come una cattedrale nel deserto. E a pochi passi un nuovo centro giovanile (altri 3 milioni)

di Giuliano Beltrami

SELLA GIUDICARIE. Una bella giornata di maggio di quattro anni fa accolse l'inaugurazione del centro sportivo di Fiana, nella periferia di Bondo. Folla, messa, corteo formato dalle associazioni di Sella Giudicarie e guidato dalla banda di Roncone, discorsi ufficiali, visita al centro, pranzo con amatriciana in onore dei terremotati dell'Italia centrale, con relativa raccolta fondi; gara podistica pomeridiana.«La struttura vuol essere volano non solo per l'agonismo, ma anche per il benessere della comunità».

Queste le parole più usate quel giorno, insieme a volontariato e giovani. Un impianto moderno con annessi campi di pallavolo, calcetto e tennis, oltre ad uno spazio per la ginnastica a corpo libero da trasformare d'inverno in pista di pattinaggio su ghiaccio. Costo tre milioni di euro.

Quattro anni dopo? La struttura appare malinconicamente poco utilizzata, anche se la complicità perfida del Coronavirus è palese. Soldi gettati o investiti? «Certamente investiti», difende la scelta Giuseppe Bonenti, sindaco di Bondo quando non c'era ancora Sella Giudicarie e quando la struttura nacque. E fin qua bene. Ma la domanda era un'altra: occasione realizzata o mancata?

«Guardi - risponde Bonenti - che non voglio farmi trascinare nelle polemiche. A quella struttura tenevamo e teniamo, ma...». Ma? «Ma bisogna rispettare lo spirito con cui è stata costruita. Utilizzarla come viene utilizzata adesso è riduttivo: basterebbe metter giù quattro prefabbricati».

E ritorna il termine "volano". «Rispetto a cose che qui non c'erano - riprende Bonenti, elencando -. Ci sono dentro una piccola sala conferenze e la palestra; e poi si pensava alle strutture esterne».

Allora cosa non va? «Sono stato sindaco e le cose le capisco. E' vero, non ho votato la variante al Prg del Comune, ma non è un no a prescindere. Avevamo pensato ad una struttura complessiva, di qua e di là dal fiume, unita con il ponticello di legno: un'area con possibilità di sviluppo, con un parco giochi, il campetto di calcio da sette, il campo da tennis. Magari anche il baretto».

Insomma, un centro ricreativo-sportivo. «Esatto».

E allora? «Allora l'area oltre il Fiana, nella quale pensavamo ci potesse stare il parco giochi, è stata tolta dal Prg. Così si riduce lo scopo di creare un centro di ampio respiro».

Detta francamente, non era troppo per Bondo? Giuseppe Bonenti reagisce deciso. «Non doveva e non voleva essere una struttura solo per Bondo. Vi pare che potessimo permetterci di gettare tre milioni di euro solo per Bondo? Immaginavamo, a quel tempo, una struttura per i paesi limitrofi».

Azzardiamo che forse è troppo anche per questo. «Forse - ribatte l'ex sindaco - ma io credo che se si fosse sviluppata l'area com'era nei pensieri originali avrebbe potuto essere utile per un bacino di utenza molto più ampio di quello comunale».

Verrebbe da obiettare che per strutture impegnative come questa sia necessario un disegno territoriale globale, e quindi una regia unica di valle. Semmai viene una domanda: a chi il compito del coordinamento? Alla Comunità di Valle? Ad un Consorzio di Comuni da creare? Ad un Consorzio già esistente come il Bim? Ad una società "in house"? Nelle Giudicarie ce ne sono addirittura due: per Sella Giudicarie, che sta a cavallo fra la valle del Chiese e quella del Sarca, ci sarebbe addirittura l'imbarazzo della scelta fra Geas ed Esco Bim del Chiese.

In definitiva, Fiana è solo un'occasione. A breve partirà il centro di aggregazione giovanile di Pieve di Bono (altri tre milioni di euro spesi); prima è cresciuta la piscina di Condino. Con le ristrettezze finanziarie pubbliche sempre più angoscianti, potrebbero essere le ultime grandi opere per il benessere del corpo e dello spirito. Agli amministratori il compito di aguzzare la fantasia e rinvigorire l'impegno perché non rimangano cattedrali nel deserto delle buone intenzioni.

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