Viabilità / Il caso

Ponte di Caffaro, autotrasportatori infuriati, e scoppia la lite fra Bagolino e Storo

Dopo le multe della Polizia Stradale, accuse neanche velate al vicesindaco bresciano, che risponde per le rime. E i due Comuni incontrano i camionisti (ma in due riunioni separate)

di Giuliano Beltrami

STORO. Che sia finita la retorica dei ponti che uniscono? Nel lontano angolo sud-occidentale del Trentino, al confine con la Lombardia, sì: il ponte divide. E c'è da sperare che regga. Il guaio è che volano gli stracci fra due comuni confinanti: Storo e Bagolino. E pensare che sono talmente confinanti da avere una strada in cui non distingui chi abita da una parte e chi dall'altra. In Via Campini (che parte proprio dal ponte delle liti) ci sono case con la camera da letto a Bagolino e la sala da pranzo a Storo. Ma questo è il retaggio del passato. Il presente è addirittura più fantasioso.E vede i due comuni fronteggiarsi a muso duro. Lasciando perdere i retroscena, che parlano perfino del volo di termini pesanti, in particolare all'indirizzo del sindaco di Storo Nicola Zontini, la situazione è la seguente. Raccontiamo solo l'ultimo capitolo, ma prima o dopo servirà un libro per narrare la storia del ponte che c'è ma non c'è.

Martedì 13 aprile 2021: gli autotreni e gli autoarticolati che transitano sul ponte di Caffaro (27 metri di lunghezza, 6 o qualcosa meno di larghezza, costruito nel 1906) vengono fermati e multati dalla polizia stradale. Tutti indistintamente, perché da un anno la Provincia di Brescia (proprietaria del ponte) ha stabilito il divieto di transito per i mezzi con massa superiore alle 40 tonnellate. Praticamente tutti gli autotreni e gli autoarticolati, da libretto.Facile immaginare il nervosismo fra gli autotrasportatori, i quali fanno presente alle aziende industriali del posto: «D'ora in poi, o ci pagate le multe, o rimborsate i costi per l'aumento di chilometri, o non facciamo più trasporto».

I chilometri in più sono 150 all'andata e 150 al ritorno se uno, invece di fare Storo-Brescia sulla statale del Caffaro, va a Trento, prende l'autostrada fino a Brescia. E qui c'è "l'incidente frontale", perché la polizia all'improvviso, dopo un anno dall'ordinanza, si accorge che su quel ponte passano camion sovrappeso? «Perché il vicesindaco di Bagolino ha fatto notare che esiste un problema di sicurezza nell'incontro tecnico di lunedì 12 aprile», suggerisce qualcuno dei presenti.

Non lo avesse mai detto! Eliseo Stagnoli (l'interessato) se la lega al dito e, anzi, ha la tentazione di denunciare gli storesi presenti all'incontro per aver messo in giro quella che per lui è una bella e buona (anzi, brutta e cattiva) fake news. «E' la polizia ad essere preoccupata», scandisce.

Camionisti arrabbiati, rapporti tesi... Proposta sul tavolo: portare la portata a 44 tonnellate. Che fare? I due comuni convocano contemporaneamente due riunioni con gli autotrasportatori: ognuno a casa sua. Storo venerdì alle 20, Bagolino (nella frazione Ponte Caffaro) mezz'ora dopo. Nicola Zontini tenta l'atto di buona volontà e giovedì sera spedisce una mail al collega Gianzeno Marca per invitare pure lui.

«Vista la delicatezza e l'urgenza della questione, l'amministrazione comunale di Storo - convinta che l'unico approccio serio sia quello di un tavolo congiunto di dialogo - ha convocato per domani sera il sindaco ed il vicesindaco di Bagolino, il comandante della polizia locale della valle del Chiese e alcuni rappresentanti degli autotrasportatori locali, per illustrare con trasparenza la situazione ponte e le alternative di intervento».Può indorare la pillola Zontini con frasi come «prezioso rapporto fra comuni adiacenti», ma la risposta di Marca è gelida: «Noi a quell'ora abbiamo giunta. Mezz'ora dopo abbiamo la riunione con gli autotrasportatori». In compenso, venerdì sera in Comune a Storo si sono presentati due consiglieri comunali (di minoranza) di Bagolino, «per cercare di capire».

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