Giustino, la giunta comunale nel mirino della Corte dei Conti. Joseph Masé: "Tante calunnie sul mio conto"

GIUSTINO - Giunta comunale di Giustino citata in giudizio per 6.236,33 euro. Per la Procura della Corte dei Conti era una «festicciola slegata da qualsiasi finalità istituzionale». Questo quanto emerso dall’indagine che la magistratura contabile ha effettuato nei confronti dell’ex giunta comunale guidata da Joseph Masè.

L’indagine aveva preso avvio da una denuncia anonima. Nel giugno dello scorso anno, un fantomatico «Comitato di Giustino e dintorni» aveva inviato alla Procura della Corte dei Conti un esposto che, oltre ad essere un grave atto d’accusa ai cinque anni di amministrazione di Joseph Masè, dimostrava una durissima animosità nei confronti dell’ex sindaco. Il «Comitato» aveva esordito descrivendo l’ex sindaco «un piccolo principe prepotente, che se la tira perché è un avvocato....» accusandolo di usare la poltrona da sindaco per farsi dare incarichi oltre che di «impartire lezioni ai funzionari per fare quello che vuole lui».

Non erano mancate nemmeno insinuazioni anche sulla carica di presidente del Parco, ricoperta da Masè dal 2015. Dopo i commenti sulla persona, gli anonimi estensori erano passati ad un’articolata serie di contestazioni che spaziavano da una trentina di incarichi professionali conferiti in cinque anni, ai corsi di lingue, disegno e musica organizzati dall’assessorato alla cultura fino ad arrivare ai festeggiamenti per il Vescovo.

Ed è proprio qui che è scattata l’indagine. A seguito dell’ordinazione ad arcivescovo di monsignor Lauro Tisi, originario di Giustino, era stata preannunciata, la celebrazione della prima Messa nel paese che gli diede i natali. La macchina organizzativa si era subito messa in motto con l’impegno del Comune a sostenere le spese per uno striscione sulla facciata del Municipio con l’immagine del Vescovo, le locandine, gli addobbi floreali ed un brindisi augurale per tutti i fedeli. Alla manifestazione del 10 aprile 2016, complice la bella giornata di sole, oltre a tutte le autorità civili e militari locali parteciparono quasi un migliaio di fedeli, insieme ai bambini e alle maestre delle scuole primarie, con tanto di bandierine e palloncini. Nonostante l’enorme partecipazione collettiva, l’imponente presenza delle autorità locali, l’ampio riscontro mediatico e la felicità dell’arcivescovo Lauro, che nell’immediatezza dei festeggiamenti aveva dichiarato di essersi commosso per la splendida accoglienza e il grande affetto manifestati da tutta la Comunità, ad avviso dell’ignoto Comitato si tratterebbe di «festicciole e fiori per eventi che non meritano spese con denaro pubblico».

Parere condiviso dalla Procura della Corte dei Conti, secondo la quale quei soldi non andavano spesi in quanto la celebrazione della prima funzione religiosa a Giustino da parte di monsignor Tisi, appena ordinato Arcivescovo da Trento, nel suo paese natale sarebbe, si legge negli atti processuali, un evento «al di fuori di qualsiasi ricorrenza o avvenimento che avesse concreta pertinenza con la comunità locale». Da qui la contestazione alla Giunta di avere speso con «assoluta disinvoltura e dimostrando massima noncuranza nella gestione del denaro pubblico» una cifra assolutamente sproporzionata alle dimensioni del Comune e per un evento che, ad avviso della Procura, non era in modo alcuno finalizzato ad intrattenere pubbliche relazioni con soggetti esterni. All’udienza del 13 ottobre 2021 i Magistrati della Corte dei Conti dovranno stabilire se la Giunta comunale, stanziando circa 6.000 euro per festeggiare l’Arcivescovo abbia agito o meno con negligenza e, in definitiva, se si sia trattato, come sostiene la Procura, di uno spreco di danaro pubblico.

LA REPLICA

Avvocato Masè, le numerose indagini in corso hanno preso avvio da un esposto anonimo in cui le sono state rivolte pesanti offese personali. L’hanno definita «un principe prepotente, uno che se la tira perché fa l’avvocato, uno che fa il belloccio e vitellone sulle piste da sci e che con arroganza impartisce lezioni ai funzionari». Queste accuse e questi toni l’hanno sorpresa?
«In dieci anni di amministrazione ho constatato una cosa: nei piccoli paesi come Giustino si trovano molte persone perbene e tanta solidarietà ma c’è purtroppo anche frustrazione, invidia e ignoranza. Spesso, peraltro, questi personaggi si celano dietro a delle parvenze, si insinuano in gruppi o in associazioni convinti così di apparire persone rispettabili. Nella realtà però sono l’esatto contrario. Comunque, per rispondere alla domanda, sì, sono rimasto sorpreso dalla cattiveria e dal pessimo gusto di chi ha scritto l’esposto».
Qualche sospetto?
«Nei piccoli paesi, normalmente si sa tutto di tutti. Ovviamente mi sono confrontato con i miei assessori e con vari conoscenti per cercare di capire chi si celasse dietro al fantomatico Comitato e siamo tutti arrivati a identificare una persona che ha lavorato nella pubblica amministrazione e che è molto vicina all’attuale sindaco. Non si è candidato alle comunali, ma si è molto speso in campagna elettorale per sponsorizzare l’attuale amministrazione e per denigrare il sottoscritto. Non abbiamo ovviamente certezze ma la mia professione di avvocato mi insegna che quando gli indizi sono gravi, precisi e concordanti assurgono a prova».
Venendo alle celebrazioni per l’Arcivescovo, la Procura contesta a Lei e alla sua Giunta di avere speso 6.000 euro per quella che è stata definita dai giudici contabili «una festicciola che non avrebbe alcuna attinenza con le funzioni istituzionali del Comune». Cosa ne pensa?
«Dopo aver letto della vicenda il vescovo Lauro (nativo di Giustini ndr) mi ha chiamato esprimendo rammarico e dispiacere per l’indagine e manifestando vicinanza e solidarietà a me e alla giunta coinvolta. Preciso che per l’accoglienza dell’Arcivescovo sono stati spesi circa 4.000 euro e non 6.000 come asserito dalla procura perché 2.000 si riferiscono a spese per la manutenzione ordinaria e straordinaria di alcuni spazi pubblici adiacenti alla Chiesa che il comune avrebbe comunque sostenuto».
Quindi l’esborso non sarebbe così esorbitante.
«La spesa, considerata l’importanza e la straordinarietà dell’evento, ritengo fosse assolutamente congrua. Vorrei ricordare che Giustino, nonostante sia un piccolo Comune, è considerato ricco, tant’è che annualmente è obbligato a versare la ragguardevole cifra di 200.000 euro al fondo di solidarietà, a favore dei Comuni svantaggiati. Ritengo quindi che l’Amministrazione fosse assolutamente legittimata a impegnare la spesa per festeggiare il suo Vescovo. L’Amministrazione, oltre alle locandine e all’abbellimento della Chiesa, ha offerto solo un brindisi nonostante le aspettative di taluni fossero ben altre».
In che senso?
«Nel senso che il Comune ha organizzato solo una bicchierata e qualcuno ha storto il naso. La Presidente della Proloco di Giustino criticò fortemente la decisione della Giunta comunale di non offrire anche pasticcini e tartine in quanto, a suo dire, il Vescovo e i fedeli si aspettavano un buffet e sarebbero rimasti delusi trovando solo qualche bibita. Meno male che non l’abbiamo ascoltata».
Lei, dunque, ritiene che l’evento sia stato organizzato con sobrietà e la spese contenuta, ma rimane la contestazione di avere speso denaro pubblico per finalità non istituzionali.
«Respingo con fermezza questa accusa. Il Comune, per definizione statutaria, rappresenta e cura gli interessi della sua Comunità e ne promuove l’aggregazione e lo sviluppo sociale. Ci sono centinaia di fotografie che testimoniano come l’intero paese, insieme a molti fedeli accorsi da tutte le Giudicarie, abbia orgogliosamente partecipato alla Santa Messa e al successivo momento conviviale. Faccio quindi davvero molta fatica a capire come la procura possa sostenere che si tratta di uno spreco di denaro completamente slegato dagli interessi della cittadinanza».
A questo punto non le resta che attendere il 13 ottobre 2021 quando la Corte si pronuncerà.
«Certamente e ho molta fiducia nella Magistratura giudicante».

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