Bagolino, il ponte di ferro è corroso dalla ruggine

di Giuliano Beltrami

BAGOLINO - E' teatro o disperazione? Il colpo di teatro c'è tutto nel gesto di domenica fatto dal vicesindaco di Bagolino Eliseo Stagnoli, il quale, armato di telecamera e bastone di ferro, è sceso sotto il ponte di Caffaro e ha cominciato a grattare le travi, facendo scoprire quello che già si sa ma che probabilmente nessuno aveva visto: «Questa trave è completamente marcia», commenta Stagnoli, con l'inquietante rumore di sottofondo del ferro che gratta la ruggine, appena ammorbidito dal suono dell'acqua del torrente.

Inquietante è una parola gentile. Pensare che le travi grattate da Stagnoli sostengono un manufatto su cui ogni giorno passano migliaia di autovetture, centinaia di camion e qualche decina di pullman fa impressione. E pensare che a venti metri di distanza (a valle del vecchio ponte del 1906) esiste un ponte nuovo, finito quasi quattro anni fa e ancora chiuso per errori progettuali, suscita rabbia nella popolazione locale.
La vicenda è clamorosa e finora non ha trovato una soluzione, il che, nel 2021, terzo tecnologico millennio, fa quantomeno scalpore. Non a caso il filmato del vicesindaco di Bagolino in poche ore è diventato virale. Il pensiero corre immediatamente alle tragedie passate, all'incuria. Chi non ha pensato al ponte Morandi di Genova?

Questo ha una fortuna: è lungo appena 27 metri ed è pure stretto, perciò ci passa un solo autotreno alla volta. Ma fin quando sopporterà pesi di 400 quintali, il limite massimo imposto? Fra l'altro su queste travi poggia l'unico collegamento fra il Trentino sud-occidentale ed il resto d'Italia.
Eliseo Stagnoli giustifica la sceneggiata con l'intenzione di realizzare una sequenza fotografica per giovedì, quando è fissata l'ennesima riunione fra le Province di Brescia (titolare del progetto del nuovo ponte) e di Trento, insieme alle Amministrazioni locali. Si dice preoccupato Stagnoli, perché «la Provincia di Brescia vuole fare un consolidamento del ponte storico con sabbiatura e verniciatura». Che non va bene? «La soluzione noi l'abbiamo trovata – risponde Stagnoli – da un anno e mezzo. All'improvviso, un mese fa, la Provincia di Brescia si è detta intenzionata ad effettuare la manutenzione del ponte storico. Può farlo, visto che è la proprietaria, ma tutto il nostro lavoro va vanificato».
Già, il vostro lavoro... Qual è? «Eliminare in autotutela il progetto Moneghini (il progetto del ponte nuovo, ancora chiuso perché i mezzi pesanti non riescono ad entrare ed uscire, ndr), consultare avvocati, fare perizie. Insomma, tutto quello che avevamo promesso nella riunione di fine 2019. Ora siamo stufi di mandare mail cui nessuno risponde».

Ma non si era ipotizzato di installare un ponte provvisorio in attesa di sistemare quello storico? «Il Bailey - replica il vicesindaco - è un'alternativa temporanea nel contesto di una sistemazione complessiva. Non si può dire mettiamo il Bailey poi vedremo. Intanto passano le Amministrazioni, passano le stagioni, cambiano le Giunte provinciali». Tutto bene, ma il punto d'arrivo dove sta? «Abbiamo incaricato un tecnico qualificato, chiedendogli di redigere un progetto cantierabile che preveda l'utilizzo a pieno del ponte nuovo e la realizzazione della rotatoria per motivi di sicurezza declamati dal primo progetto del 2013 in poi».

Scusi, ma concretamente, il ponte storico verrà utilizzato ancora o no? «No. Quel ponte non regge i mezzi di oggi. Quel ponte va tolto e spostato possibilmente a valle per essere utilizzato come passerella». Al posto del ponte storico? «Un ponte nuovo». E i costi? «In una riunione il vicepresidente della Provincia di Brescia ci ha detto di aver recuperato un milione di euro. Recuperiamo 700.000 euro dal residuo del ponte Moneghini. Poi puntiamo sul fondo dei Comuni confinanti».
Giovedì riunione plenaria. Se ne uscirà? Intanto sul ponte scorrono le auto, mentre sotto scorre l'acqua, con l'auspicio che non si incontrino.

LA UIL TRASPORTI: POTREBBE SPEZZARSI IN DUE QUANDO PASSA UNA CORRIERA

«Sono anni che viene sollecitata la chiusura del ponte sul fiume Caffaro, il ponte che collega la sponda trentina con quella di Brescia, tra Lodron e Ponte Caffaro nel comune di Bagolino. Gli autisti delle corriere che transitano su quel pezzo non dormono sogni tranquilli. Anche se le corriere non transitano a pieno carico il mezzo pesante potrebbe sfondare e spezzare in due il ponte di ferro datato 1906; si sta sciogliendo come neve al sole». Lo denuncia Uiltrasporti del Trentino che annuncia l’eventuale blocco del transito delle corriere «per salvaguardare gli autisti ed anche i loro passeggeri».
«Non ci interessa di chi è la responsabilità e la competenza di questo ponte degradato, sappiamo però che qualcuno può impedire il transito dei mezzi ed evitare tragedie assurde», conclude il sindacato.

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