Benvenuto al piccolo Thomas: partorito dalla mamma che era positiva al virus del Covid

di Marco Maestri

Partorire ai tempi del Covid-19, una circostanza a cui tutte le mamme che hanno messo al mondo i bambini nati in questi mesi straordinari non erano preparate. Partorire affetti da Covid-19, un incubo che ti accompagna in uno dei momenti più speciali che la vita ti dona.

È questo quanto vissuto da Luisa Maestri, giovane mamma di Cologna, frazione del Comune di Pieve di Bono-Prezzo, che lo scorso 15 aprile ha messo al mondo il piccolo Thomas, per la gioia di tutta la sua famiglia formata dal marito Iuri Bazzoli e dalla piccola Vanessa.

Un parto naturale dove tutto è andato al meglio ma condito da un fattore non di poco conto.
Luisa infatti, il 31 marzo scorso e quindi alla trentasettesima settimana di gravidanza, ha cominciato a non sentire più odori e sapori. Classici sintomi diventati tristemente comuni di questi tempi: quindi tampone, il cui esito è risultato positivo, e quarantena per l’intera famiglia. Insomma, non il massimo del confort e della spensieratezza in preparazione al lieto evento. «All’inizio - commenta Luisa - il pensiero era forte. Non tanto per me ma, seppur i sanitari hanno escluso fin da subito problemi, per il bambino che portavo in grembo. Sono stati giorni anomali, in cui non sentivo alcun odore ma fortunatamente sono sempre stata in buona salute».

Luisa, come hai vissuto i quindici giorni prima del parto in compagnia del Covid-19?

«Personalmente non ho avuto grossi problemi. Chiaro che all’attesa del parto si è aggiunta una questione non da poco. Non so come ho fatto a contrarre il virus ma fortunatamente l’ho sconfitto in fretta. E poi devo ringraziare tutti gli operatori sanitari e il consultorio di Tione che mi hanno seguito in maniera eccellente. I servizi sul territorio come il consultorio sono importantissimi in una situazione standard, in questo caso ancora di più. Mi chiamavano due volte al giorno ed è stato un grande sostegno in quei giorni di attesa».

E il parto come l’ha vissuto?

«Essendo il secondo figlio ero più preparata. Sono partita da casa poco dopo le 18 e alle 20 è nato Thomas. Arrivati a Trento mio marito mi ha scaricato sotto l’ospedale Santa Chiara e l’ho rivisto due giorni dopo quando mi hanno dimesso. Entrata in ospedale ho visto le ostetriche completamente bardate. Sono stata la prima donna ad essere positiva al Covid-19 ed a partorire in modo naturale all’ospedale Santa Chiara. Il parto è stato super veloce. Fortunatamente sono partita in tempo da casa, su consiglio sempre del consultorio, (circa 60 minuti di strada) e in meno di due ore Thomas è nato».

Emozione diversa quindi rispetto ad un parto normale?

«Diciamo che non avrei mai pensato di partorire con la mascherina e senza mio marito accanto. Questo è stato l’unico neo di una storia fortunatamente a lieto fine».

Una volta nato Thomas, come sono state le ore successive?

«Sono uscita dalla sala parto dopo diverse ore perché, essendo positiva al Covid-19, abbiamo aderito alla richiesta dell’azienda sanitaria donando la placenta e un prelievo di sangue di Thomas, a cui hanno fatto il tampone appena nato, per la ricerca del coronavirus sui neonati. Sono stata quindi ricoverata nella camera dedicata alle donne affette da Covid-19 e mi sono goduta il mio bimbo».

Quando è arrivata la tanto attesa negatività al Covid-19?

«Il giorno prima di partorire avevo fatto il primo tampone ma l’esito, poi negativo, è arrivato solo il 16 e quindi al momento del parto ero ancora considerata positiva. Il 17 invece è arrivato l’esito dei tamponi a cui siamo stati sottoposti dopo il parto e sono fortunatamente risultati negativi. Di qui quindi il ritorno a casa».

Sapore di casa quindi. Possiamo scherzosamente dire così?

«Certo, lentamente ho ripreso a sentire odori e sapori, segno che la malattia è stata sconfitta. Un’esperienza che non credevo mai di vivere ma che fortunatamente si è conclusa positivamente regalandoci una gioia indescrivibile. Lasciatemi dire però una cosa».

Prego.

«Voglio ringraziare tutto il personale che in quelle settimane e nei giorni di ricovero in ospedale mi hanno seguito maniacalmente. Con il loro aiuto è stato più facile affrontare la situazione e la loro professionalità è un vero e proprio fiore all’occhiello del sistema sanità Trentino. Un ringraziamento particolare all’ostetrica Caterina Masé per l’assiduità e la puntualità nell’informarsi e nel farmi sentire tranquilla per tutto il tempo».

Buona vita quindi al piccolo Thomas!

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