Davide ha battuto la leucemia e torna a scuola

di Denise Rocca

Ci sono voluti 16 mesi a casa da scuola per il piccolo Davide Collizzolli, 9 anni appena, per combattere la leucemia che lo ha colpito e tornare nel suo banco di scuola. Ma mai giorno fu più felice per il solare e vulcanico Davide, che i suoi compagni hanno atteso con trepidazione. 

Era il 27 settembre del 2017 quando gli viene diagnosticata una leucemia e da allora inizia un percorso difficile e doloroso che Davide e la sua famiglia hanno affrontato anche con la forza della Comunità, della generosità e del coraggio di tante persone, professionisti e amici, che non li hanno mai lasciati soli. «Senza questo aiuto - spiegano Eros Collizzolli e Laura Delugan i suoi genitori - della nostra Comunità, del Distretto Sanitario Tione e di tutti coloro che davvero si sono prodigati anche oltre il dovuto per aiutarci, non saremmo riusciti ad arrivare dove siamo arrivati».

La diagnosi di leucemia è stata immediata: «Al S.Chiara hanno riconosciuto subito la malattia e ci hanno indirizzato a Padova dove c'è un centro specializzato - spiega Laura Delugan ? ci teniamo a dire che abbiamo ricevuto un appoggio esemplare: abbiamo sempre avuto un medico oncologo a disposizione per noi 24 ore su 24, 7 giorni su 7, distante solo una telefonata e ci ha dato immensa serenità sapere di poter chiamare e avere assistenza per qualsiasi cosa. Anche quando in oncologia pediatrica a Trento sono stati ridotti i medici da 4 a 2, non si è mai lesinato nulla, né a livello umano né a livello medico».  

Ora Davide è tornato a scuola grazie anche al fatto che tutta la sua classe e le maestre hanno deciso di fare tutte le vaccinazioni che gli avrebbero permesso un rientro in sicurezza mentre il suo fisico si riprende dagli effetti avversi delle cure e dalla malattia. «Noi abbiamo solo potuto chiedere agli altri genitori se potevano fare questo passo per noi ? spiega papà Eros - di fare anche delle vaccinazioni extra-facoltative e loro lo hanno fatto tutti. E di questo siamo eternamente grati. Così come siamo grati al dirigente scolastico, la cui posizione professionale era molto delicata, ma che ci è stato immensamente vicino attivando subito l'educazione a domicilio e trovando le giuste strategie per il rientro a scuola di Davide».  

La cura di una leucemia è dolorosa a livello fisico, ma c'è anche l'isolamento: per molti periodi nemmeno il fratellino Riccardo ha potuto avvicinarsi. «Il dolore fisico lo ha lasciato dietro di sé - spiega mamma Laura - ma il dolore psicologico di non avere a fianco i suoi amici invece è stato difficile. Senza il passo che hanno deciso di fare i genitori dei suoi compagni di vaccinare i propri figli, sarebbe dovuto rimanere a casa ancora per molti mesi e sarebbe stato ulteriormente difficile per lui». 
Le maestre del plesso di Zuclo dell'istituto comprensivo di Tione hanno iniziato la scolarizzazione a casa: «Sono venute da Davide oltre quanto era loro dovuto, anche solo per leggergli qualcosa nei giorni in cui era troppo stanco per studiare, per non farlo rimanere indietro con il programma».  

E soprattutto hanno alimentato continuamente il legame con i compagni di classe: il suo banco è rimasto a lungo vuoto, ma dalla piccola scuola di Zuclo i suoi amici gli hanno mandato disegni, lavoretti, dediche, sono anche andati a cantare per lui sotto le finestre di casa a Natale. Nel caso di Davide non è stato necessario il trapianto di midollo, perché la risposta del suo fisico alla chemioterapia è stata giudicata positiva dai medici, ma sono tantissimi invece i pazienti affetti da leucemia che potrebbero essere salvati con un trapianto di midollo osseo e l'appello di Eros e Laura è proprio a tutti coloro che sono nella finestra di età per iscriversi al registro donatori ? dai 18 ai 35 anni ? perché prendano in considerazione di fare una donazione: «Nel nostro caso, se ce ne fosse stato bisogno ? racconta Laura ? avremmo dovuto appoggiarci all'esterno, perché nessuno di noi in famiglia era compatibile. È solo fino ai 35 anni che ci si può iscrivere al registro donatori di midollo osseo, spesso non si sa. Noi avremmo voluto poterlo fare, ma non ci era più possibile. Davide ha avuto bisogno anche di trasfusioni e anche in questo caso, l'invito nostro è a fare un gesto davvero semplice come iscriversi all'Avis».

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