Ristorante panoramico al Brentei con una sala vetrata a sbalzo

di Denise Rocca

Lo storico rifugio «Maria e Alberto Fossati Bellani» ai Brentei cambia volto e lo fa con una ristrutturazione completa e l’aggiunta di un nuovo volume moderno che volutamente, come dettano le ultime tendenze in campo architettonico, staccherà in maniera netta rispetto all’edificio storico caratterizzandosi per un design e una scelta dei materiali contemporanea.

Il nuovo volume aggiunto al corpo principale del rifugio ospiterà una sala ristorante panoramica, interamente vetrata, per ammirare la Bocca di Brenta, il Crozzon, e la Paganella, che darà la sensazione di mangiare sospesi nel vuoto, nell’abbraccio dalle maestose Dolomiti di Brenta. «Importantissimi i lavori in questo momento - spiega Luca Leonardi, gestore del rifugio con i figli e la moglie dal 2009 - per noi è fondamentale che le strutture siano funzionali, ma sicuramente la parte panoramica sarà apprezzata dalla gente, è un bell’arricchimento».



Il progetto di ristrutturazione è del Cai di Monza, proprietario del rifugio costruito sul territorio della Comunità delle Regole e Manez e all’interno del Parco Adamello Brenta, e dalle previsioni preliminari impegnerà circa 2 milioni di euro. «I lavori si sono resi necessari perché la struttura era datata - spiega Michele Leonardi, uno dei gestori - nel tempo erano stati fatti dei miglioramenti ma che ormai non riuscivano più a garantire una fruibilità adeguata. Dovendo rispondere alle normative nuove di legge, si è arrivati al punto di dover ristrutturare in maniera più decisa. Si tratta anche di stare al passo con i tempi, non solo di un adeguamento alle normative».

«Tutto nasce da un adeguamento funzionale - conferma il consigliere del Cai di Monza Enzo Selvagno -. Si adeguerà la parte a giorno e abbiamo pensato a qualcosa di panoramico sul fronte della Val Brenta. L’obiettivo era anche quello di fare un rifugio che permettesse di ampliare la stagione quindi ci sarà un rifugio nel rifugio in un certo senso, con una parte riscaldata in modo da garantire una trentina di posti letto anche per le mezze stagioni».

Il progetto prevede un ampliamento di volume per spostare il bivacco invernale dall’attuale posizione vicino invece al rifugio, in modo da concentrare tutte le costruzioni. Non cambierà la ricettività, come da normative peraltro, che rimarrà di 98 posti letto, ma ci sarà un ampliamento della sala da pranzo. L’attuale volume della struttura, considerando sia il rifugio vero e proprio che il bivacco invernale ora spostato rispetto alla struttura principale, è di 2.802 mc, l’aumento richiesto dal Cai di Monza è di 709 mc, ovvero il 25% in più rispetto alla situazione attuale che porterebbe le strutture ad un volume complessivo di 3.511 mc.

Il Comitato di Gestione del Parco Adamello Brenta ha autorizzato in via preliminare il 28 dicembre 2017 la deroga necessaria ai lavori per lo spostamento e la ricostruzione del bivacco in una zona diversa e per l’ampliamento volumetrico, mentre è di qualche giorno fa la determinazione provinciale che autorizza l’estinzione del vincolo di uso civico sulla particella ceduta con permuta dalle Regole di Spinale e Manez al Cai di Monza per permettere lo spostamento del bivacco e la conseguente apposizione del vincolo sulla particella passata invece alla Comunità regoliera. Le formalità per la permuta delle due aree sono in corso di definizione. Ora manca solo il via libera a costruire del Comune di Tre Ville e con la concessione edilizia potrà essere avanzata richiesta di contributo provinciale sull’opera «Vorremmo cominciare il cantiere quest’anno - spiega Selvagno - e completare l’opera nel giro di tre anni considerando che non vogliamo chiudere il rifugio al pubblico».


 

IL PROGETTO DIVIDE IL MONDO DELLA MONTAGNA

Un rifugio nel cuore delle Dolomiti, ai piedi dell’iconico Crozzon di Brenta, totalmente ristrutturato con l’aggiunta di un volume dal gusto e dalle geometrie contemporanee: tradizione e modernità che si incontrano (o scontrano) ai piedi di una meraviglia della natura.

Le reazioni alle prime immagini del progetto di ristrutturazione del Rifugio Brentei, a Madonna di Campiglio, erano inevitabili: «Una navicella spaziale adagiata accanto al rifugio che fu la casa di Bruno Detassis» l’ironia che non nasconde la critica di qualche lettore, ma anche «Il coraggio di fare qualcosa di nuovo. Vuoi mettere sentirsi sospesi fra le rocce, proiettati verso la Bocca di Brenta?». A Franco Tessadri, membro del Comitato del Parco Adamello Brenta, è «venuto il magone, anche se non discuto le necessità del rifugio di migliorare e ampliarsi. Sull’estetica, però, vorrei che se ne riparlasse».



Invece a Sandro Magnoni, presidente della Commissione Rifugi Sat, è piaciuto: «Dobbiamo avere il coraggio di rischiare a proporre delle cose nuove. Questo Brentei ci sta, anche se guardiamo come sta venendo avanti l’architettura sulle Alpi sia in Alto Adige che sulle Alpi francesi o in Val d’Aosta. Creare una finestra sulla Bocca di Brenta è fantastico e come architettura non mi dispiace. Poi è chiaro che il bello è un’opinione e il dibattito è sempre aperto, ma diamo spazio anche a nuove idee che non siano sempre la vecchia capanna o la struttura classica di malga».

Insomma, divide e fa discutere il progetto del Cai di Monza, proprietario del rifugio, che dalla necessità di apportare delle migliorie funzionali alla struttura ha deciso di cogliere la palla al balzo per fare un intevento più importante e proporre un nuovo volume da accostarsi a quello principale del rifugio che accoglierà un ristorante panoramico, progettato per regalare un’esperienza immersiva indimenticabile.

«Quando arrivano sul tavolo del Parco le richieste di deroga nel caso di rifugi alpini - spiega il presidente del Pnab Joseph Masè - le valutiamo con particolare attenzione e cerchiamo, laddove è possibile, di andare incontro alle esigenze dei rifugisti. Siamo assolutamente consapevoli dell’importante servizio che offrono ai frequentatori della montagna e delle difficoltà oggettive che sono costretti ad affrontare gestendo strutture in quota. Oltre che considerare “dovuti” gli interventi necessari per conformarsi alle normative, acconsentiamo interventi finalizzati a garantire condizioni di lavoro adeguate. In quest’ottica, la richiesta di deroga del Rifugio Brentei è stata ritenuta del tutto ammissibile. Era necessario, infatti, acconsentire un miglioramento igienico-sanitario della cucina e un ampliamento della sala da pranzo, assolutamente inadeguata rispetto ai posti letto e tale da costringere i gestori a fare tre turni per servire la cena ai clienti. Anche in caso di maltempo, gli spazi comuni erano inadatti ad accogliere gli escursionisti. Tengo a precisare che per quanto concerne le deroghe e gli ampliamenti, il Parco può esprimersi solo riguardo agli adeguamenti tecnico-funzionali, non ha voce in capitolo sugli aspetti architettonici ed estetici».

Anche il presidente delle Regole di Spinale e Manez si attiene al ruolo specifico dell’ente: «Il rifugio può piacere o meno - commenta il presidente delle Regole Luca Cerana - però da molte parti ormai si segue la linea dello stacco netto fra vecchi e nuovo. Su questo non è nostro compito sindacare». Per arrivare all’inizio lavori, il progetto definitivo dovrà passare nuovamente in Giunta esecutiva del Parco per la deroga vera e propria e poi ottenere il nullaòsta del Servizio Urbanistica e Tutela del Paesaggio provinciale. Infine, la concessione edilizia del Comune di Tre Ville.

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