Le navette del Parco Adamello Brenta hanno trasportato 294 mila visitatori

Aumenta il numero di coloro che usano i trasporti pubblici attivati in quattro aree dal Parco naturale Adamello Brenta con la collaborazione degli enti locali.
La seduta del Comitato di gestione del Parco di lunedì 15 ottobre ha costituito l’occasione per fare il punto sul servizio, al termine della stagione estiva. Enrico Povinelli, coordinatore del servizio, ha illustrato i dati raccolti finora (in Val di Tovel la mobilità è ancora in funzione). I trasportati dalle navette nelle valli in cui è attivo il servizio (Tovel, Val Genova, Vallesinella e Ritort) sono stati complessivamente 293.772, + 7% rispetto al 2017. Apprezzate anche le novità di quest’anno: 7.982 persone hanno utilizzato in tutta l’estate il servizio navetta Tuenno - Lago di Tovel, mentre circa 1.000 persone hanno utilizzato la navetta gratuita in Val di Daone nelle 8 giornate di effettivo servizio.
Per contro, sono aumentati anche i veicoli in ingresso: nelle valli in cui sono presidiati i parcheggi (Tovel, Val Genova, Vallesinella, Ritort, Val di Fumo, Val d’Algone) i veicoli transitati sono stati 91.392, corrispondenti ad un + 5% rispetto al 2017. 
Se giugno, luglio e agosto si sono mantenuti approssimativamente sui numeri dell’anno scorso, settembre ha avuto un’impennata sorprendente, dovuta senz’altro al meteo favorevole (11.397 veicoli entrati rispetto ai 7.024 del 2017, per un aumento del 62%). 
E il trend è confermato anche dal record di ingressi in Val di Tovel stabilito domenica scorsa, 14 ottobre, con 607 veicoli paganti transitati.
La mobilità sostenibile non dev’essere confusa con un banale servizio di trasporto. Il messaggio educativo che parte dal Parco è chiaro: «se lasciate auto e inquinamento fuori dalle valli, ci aiutate a conservare l’ambiente». I dati in aumento  indicano che il servizio è apprezzato e che il messaggio è sempre più compreso. D’altro canto, però, la forte presenza turistica invita tutto il territorio a riconsiderare soluzioni che sappiano gestire sostenibilmente il fenomeno. Il turismo è, infatti, una fonte di ricchezza irrinunciabile ma produce anche il maggiore impatto sulla straordinaria natura dell’area protetta. Natura che, da una parte, è proprio ciò che i turisti ricercano ma, dall’altra, è ciò che il Parco è chiamato a tutelare.
Durante la serata sono stati esposti anche i dati delle attività proposte in estate nel Parco, che hanno visto  3.361 partecipanti.
Andrea Mustoni, zoologo e responsabile del Settore Ricerca Scientifica ed Educazione Ambientale del Parco, ha fatto il punto: «Conoscere per far conoscere» è il doppio obiettivo della nuova impostazione della didattica in cui l’attività di ricerca scientifica diventa funzionale anche ad altre attività del Parco. «Il Parco non è un’Apt -  ha affermato Mustoni - ogni volta che il Parco dà input, fa educazione ambientale. Anche gli ospiti sono cambiati. Cercano di capire e di conoscere il territorio in cui arrivano». 
Da qui è nata l’idea di aggiungere tra le proposte culturali di «Un’estate da Parco» l’attività dal titolo «In ricerca con il Parco». 
In sostanza, i partecipanti sono stati coinvolti dagli esperti nella simulazione di alcune fasi della ricerca scientifica «BioMiti», con cui da questa primavera il Parco sta studiando la vita sulle Dolomiti di Brenta.  Nel complesso, durante l’estate sono state proposte 343 attività in 90 giorni in collaborazione con le Apt d’ambito che hanno intercettato 3.361 partecipanti.

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