Per il Consorzio Elettrico di Storo bilancio bello ma non bellissimo

Venerdì 12 maggio è in programma l’assemblea che approverà il bilancio del Consorzio Elettrico di Storo. Il presidente Giorgio Rossi lo ha presentato alla stampa con la serenità di sempre, anche se non manca qualche piccola preoccupazione.
 
Serenità, anche perché il bilancio è buono. Considerate le tempeste di qualche anno fa, il consiglio di amministrazione ha fatto un gran lavoro. A chi glielo fa notare, Rossi risponde quasi imbarazzato: «Non serve fare granché. Basta muoversi con prudenza».
 
Bilancio buono, ma con dati inferiori rispetto al previsto. «In effetti – aggiorna il presidente – prevedevamo un utile di un milione. Invece ai soci spiegheremo che si è ridotto a 364.000».
Comunque non bruscolini. «E soprattutto riduzione ampiamente giustificata», replica Rossi, che elenca i motivi: «C’è uno sconto aggiuntivo ai soci, c’è il ristorno di 220.000 euro che viene trasformato in capitale sociale, c’è l’accantonamento di 400.000 per Remedello».
 
Fermi tutti. Tradotto? La vicenda è vecchia. Il CEdiS (presidenza Mauro Ferretti) acquistò a Remedello (terre basse, nel Mantovano) un impianto fotovoltaico di un mega. Nel 2016 il Gse (Gestore del servizio elettrico) fece un’ispezione, trovando un paio di problemucci: primo, la difformità fra il progetto e la realizzazione; secondo, la mancata voltura dell’impianto, che è rimasto al venditore, la società, Veronica, di proprietà del gruppo BM Elettronica, società che peraltro non esiste più. Ora potrebbe (ma anche no) arrivare la sanzione, quantificabile in un massimo di 400.000 euro, la cifra giustappunto accantonata dal CEdiS. 
 
«Accantonata per prudenza – osserva Rossi - ma non è detto che serva».
Tornando a sconti e ristorni, il presidente lo dice con umiltà, ma si capisce che è contento: «I 220.000 euro che diamo di ristorno sono pari al 45% degli sconti che ogni socio ha ricevuto nell’anno, che ammontano a 500.000 euro. Se a questi aggiungi l’esenzione dall’imposta erariale a favore degli usi commerciali ed industriali, che è di 117.000 euro, e poi sommi le borse di studio... diciamo che il Consorzio ha distribuito ai propri soci una cifra che sfiora i 900.000 euro».
 
Bene, ma non benissimo. Non per colpa del CEdiS, ma del meteo, del niño, del riscaldamento della Terra, delle stagioni che non sono più quelle di una volta. Insomma, della pioggia che non cade più come un tempo. «La produzione idroelettrica – scandisce Giorgio Rossi – nel 2017 è stata molto inferiore alla media: 11 milioni di chilowattora, che diventano 12,940 grazie alla produzione fotovoltaica, a fronte di una media di 15 milioni». Ciò a dire: se piovesse di più potremmo distribuire ancora più sconti e ristorni, «perché l’acqua non costa nulla».
 
A proposito di fotovoltaico, il 2017 è stato l’anno dell’acquisto di un altro impianto, a Storo, di proprietà di un’azienda locale, la Ecoenerg. «Ne acquisteremmo ancora, perché abbiamo assoluto bisogno di produrre», spiega Rossi, che sta pensando anche a nuovi impianti idroelettrici: «Ci stiamo guardando attorno». Con un’avvertenza, fischiata nelle orecchie degli enti pubblici che producono: «Noi diamo energia ai nostri soci, mentre gli enti pubblici la devono vendere, togliendo opportunità».
Infine la soddisfazione di Giorgio Rossi riguarda il debito: quello bancario è rimasto uguale, ma solo perché è stato acceso un nuovo mutuo per l’acquisto dell’impianto Ecoenerg. Altrimenti sarebbe calato.

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