Chiude la Home Gallery di Tione: al suo posto, un calzolaio

di Giuliano Beltrami

Dall’arte all’artigianato. Questo è l’itinerario della «Home Gallery Brévine» di Tione, che, come ha annunciato nei giorni scorsi il suo inventore, il fotografo ex insegnante di educazione artistica Udalrico Gottardi, «dopo tre anni di attività chiude i battenti». Al suo posto arriverà un artigiano. Ma andiamo per gradi.
 
Era il primo agosto del 2014 quando, in occasione de «Na Brevenada» (la festa del quartiere storico del capoluogo giudicariese), veniva aperta per la prima volta la «Home Gallery» e inaugurata la prima mostra d’arte collettiva, con la partecipazione di ben dieci artisti, tutti tionesi, e per giunta in maggioranza «brevenati» (originari di Brévine).  C’era bisogno di un’altra sala esposizioni? Qualcuno si fece quella domanda, perché si sa, a Tione esiste già la sala expo del Centro Studi Judicaria. «Niente concorrenza - avvertì subito Gottardi - ma il mio desiderio è di aprire una simpatica “sala esposizioni” per pittori, scultori e hobbisti desiderosi di presentare le loro opere al pubblico».
 
In tre anni e mezzo di attività sono state organizzate ben dodici mostre di pittura, sia personali che collettive. «In sostanza - traccia il bilancio con orgoglio Gottardi - oltre una quarantina di pittori e pittrici hanno esposto le loro opere nel periodo estivo e in quello invernale, nonché in occasione della Sagra patronale della borgata tionese, creando un certo interesse e una vivacità sociale nella frazione di Brévine, che da più di vent’anni soffre di un abbandono sia commerciale (negozi chiusi) che architettonico (palazzi storici fatiscenti)».
 
Ed era questo l’obiettivo dell’inventore della galleria. Infatti, a partire dagli anni Novanta, il quartiere ha subito un lento ma inesorabile degrado. Il primo atto passò attraverso lo smantellamento dell’antico palazzo della Pretura e delle Imposte Dirette, per quello che allora fu definito «un trasloco temporaneo». Proprio così: temporaneo... Cosa c’è di più definitivo in Italia del temporaneo?
Dopo l’allontanamento di Pretura e Ufficio Imposte sparirono uno alla volta i negozi: gli alimentari, la macelleria, il Caffè Commercio, la Bottega Artigiana del rame. Quest’ultima era di Egidio Gottardi, il papà di Udalrico. E lì dentro il figlio decise di aprire lo spazio per gli artisti. La mostra che ha decretato la parola «fine» è stata allestita negli ultimi dieci giorni del 2017 e vi hanno partecipato dieci artisti.
 
Cos’è? La fine di una speranza? Il fallimento di un’idea? «No, niente di tutto ciò - risponde Udalrico Gottardi. - La mia intuizione nasceva dalla speranza di vivacizzare la piazza almeno in occasione dell’allestimento delle mostre d’arte. Una speranza che non è andata del tutto persa, e che non si perderà adesso, poiché al posto di una galleria d’arte apre il laboratorio di un antico mestiere di cui tutti noi abbiamo bisogno: il calzolaio!».
 
Ad aprire sarà un giovane della Rendena, Andrea Mosca da Caderzone, che darà nuova vita alla piazza cavalier Guido Boni con il negozio denominato «Taca tac», che crediamo non abbia bisogno di traduzioni. Insomma, da «Home Gallery» a «Taca tac», dall’arte all’artigianato, ossia dall’inglese al dialetto, dai voli pindarici ad un mestiere antico.

comments powered by Disqus