Campiglio, riapre lo Chalet Fiat Spinale

di Denise Rocca

Aprirà al pubblico il 2 dicembre il Rifugio Spinale Chalet Fiat, proprietà delle regole di Spinale e Manez e interamente rinnovato con un progetto da 6,5 milioni di euro.
Il vecchio albergo-ristorante-bar in vetta allo Spinale era stato realizzato negli Sessanta e aveva subito un ampliamento nel 1985, ma non rispondeva più ai requisiti normativi e aveva bisogno di un nuovo look. Si è ponderata a lungo nelle Regole la scelta di ristrutturare o demolire, e si è arrivati a scegliere al seconda soluzione.

I progettisti, gli architetti Giovanni Berti e Monica Fondriest spiegano con che mentalità hanno affrontato il lavoro: «Abbiamo preso atto che il vecchio edificio era una struttura ricettiva posta sulle piste da sci ma difficilmente assimilabile sia ad un rifugio alpino sia ad un normale albergo. Ricostruire uno chalet che risponda alle richieste di un turismo internazionale, quale quello di Madonna di Campiglio, imponeva una particolare attenzione alla tutela dell’ambiente e al suo inserimento in una natura che avrà sempre il sopravvento su qualsiasi manufatto antropico che si andrà ad insediare».

Così dello Chalet hanno fatto un osservatorio privilegiato ed elegante del Gruppo di Brenta, bellezza naturale che non ha bisogno di aggettivi. La nuova struttura ha 160 posti nell’area self-service, 50 coperti al ristorante e 30 nell’area bar: numeri invariati rispetto al vecchio rifugio. Le camere sono 7, per un totale di 18 posti letto, adeguate anche in questo caso non con un aumento dei posti ma nella qualità offerta.
Sono inoltre stati ampliati gli spazi destinati alle cucine, al self-service, i bagni, l’ingresso è stato dotato di ascensore e sono state realizzate dieci stanze per il personale.

Un investimento, interamente a carico del bilancio della Comunità delle Regole di Spinale e Manez, da 4 milioni di euro, ai quali si aggiungono 1,5 milioni di euro per attrezzature ed arredamenti. I lavori sono stati portati avanti dalla ditta giudicariese Pretti & Scalfi che ha guidato un gruppo di imprese locali che si sono occupate delle varie lavorazioni: Termodolomiti di Pinzolo per gli impianti termo-sanitari, Ecoenerg di Darzo per l’impianto elettrico, Faab Serramenti di Bersone, Falegnameria Franceschetti di Pieve di Bono, Fellin di Revò per la struttura in legno, le principali.

Sono impegnatissimi negli ultimi collaudi prima dell’apertura i gestori, titolari della Società Cinque Laghi, Roberto Maroni e Valeria Porru: «Siamo molto fieri di quello che hanno fatto le Regole - spiega Valeria -. Hanno fatto una cosa molto coraggiosa e un grande investimento, oggi è difficile che qualcuno si prenda una responsabilità del genere. La struttura è molto bella, tutti i dettagli sono stati seguiti con sensibilità e attenzione, dando anche un’impronta innovativa e ovunque ci si giri il Brenta è protagonista.
È davvero l’impronta del Made in Italy a 2.100 metri. C’è stata un’ottima collaborazione e condivisione delle scelte e la cosa non è né semplice né scontata, va dato atto. Ci sentiamo onorati di poterlo gestire, e cercheremo di farlo al meglio».

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