Cristiano Trotter direttore del Parco

di Giuliano Beltrami

 
Venerdì sera il Comitato di gestione del Parco naturale Adamello Brenta ha eletto il nuovo direttore, nella persona di Cristiano Trotter. I bookmaker, che in simili situazioni non mancano mai, ci avevano azzeccato. E’ andata meglio che al predecessore Silvio Bartolomei, il quale aveva avuto un quarto di astenuti: stavolta il presidente Joseph Masè ha chiesto lo scrutinio palese, ad evitare franchi tiratori: il risultato è stato di 46 voti favorevoli a Trotter e 2 contrari.
 
Voti contrari dei due rappresentanti dei protezionisti, Franco Tessadri ed Adriano Pellegrini, i quali avrebbero voluto lo scrutinio segreto. Pellegrini ha pure censurato il «pistolotto» del presidente, che consigliava Trotter (definito da Pellegrini «espressione dei poteri forti»), dentro la terna dei tre candidati, «condizionando il Comitato». Ed è riuscito ad innervosire Masè, solitamente armato di un aplomb presidenziale, il quale ha tuonato nel microfono che se i due volevano un altro candidato, bastava che si esprimessero. Ma va da sé che non serviva a nulla, visto che gli altri 46 componenti presenti hanno votato per Trotter, caldeggiato da un unico intervento: quello dell’ex direttore (e rappresentante della Provincia) Claudio Ferrari. 
 
Se si esclude il primo direttore, Sandro Flaim, Trotter è il primo direttore non forestale. Infatti ha una laurea in giurisprudenza ed è direttore amministrativo del Parco Paneveggio Pale di San Martino, oltre ad avere avuto varie esperienze politiche (è legato all'Upt) tra cui quella come presidente prima del Comprensorio e poi della  Comunità di Valle del Primiero.
 
Tornando alla selezione, come tutte le questioni che vedono protagonista la burocrazia, è stata piuttosto macchinosa. Selezione dei primi giorni di agosto per arricchire la lista provinciale degli idonei a ricoprire l’incarico di direttore. Ne è uscita una lista da ventuno nomi, aperta e chiusa (le ironie della sorte) dai due ultimi direttori del Parco: Silvio Bartolomei e Roberto Zoanetti. Peraltro non convocati alla selezione del 18 settembre. In otto si sono presentati. Citati in ordine alfabetico, Dario Bitussi (friulano del 1963), Alessandro Brugnoli (1965, veronese trasferito in Toscana e poi in Trentino), Paolo Kovatsch (1962, triestino), Ferruccio Masetti (modenese, del 1962), Chiara Scalfi (poco più che quarantenne, giudicariese), Marcello Scutari (1962, di Pergine), Sergio Tonolli (42 anni, di Brentonico), Cristiano Trotter (primierotto, 53 anni).
 
La terna suggerita dalla Giunta al Comitato entro cui scegliere il presidente era composta da Brugnoli, Masetti e Trotter. Rispetto alla nomina precedente, attorno al nome del direttore prescelto è stata eretta una barriera invalicabile fino a venerdì pomeriggio, all’atto dell’ufficializzazione dei tre nomi in Comitato. Imparata la lezione dopo la nomina di Bartolomei, poco più di un anno fa, quando le voci e le indiscrezioni si erano rincorse come ragazzini che giocano a guardie e ladri, con grande godimento di tutti, tranne che dei diretti interessati.
 
Attualmente direttore amministrativo del Parco di Paneveggio Pale di San Martino, Trotter non si dimetterà, ma si prenderà aspettativa per ricoprire il nuovo incarico. Così sentenzia la normativa, secondo cui i dirigenti della Provincia e degli enti strumentali che passano ad incarichi simili non devono rassegnare le dimissioni, ma possono prendersi aspettativa.
In realtà Trotter una dimissione l’ha già data quest’estate, da consigliere della Comunità di Valle del Primiero: «Motivi personali» la causa ufficiale, ma c’è chi ci ha visto subito un distacco sabbatico dalla politica, prima di arrivare a Strembo. 
 
Alla direzione, come ha annunciato il presidente Joseph Masè, Cristiano Trotter arriverà solo ai primi di dicembre. «Dovrà continuare l’opera di rinnovamento iniziata con il direttore precedente», ha aggiunto Masè, presumibilmente pensando a Silvio Bartolomei, che però è rimasto di fatto meno di un mese: difficile che si riferisse a Roberto Zoanetti, direttore dal 2011 al 2016, considerando che non lo ha più voluto. Di certo ringraziando molto Andrea Mustoni (l’uomo incaricato della «riorganizzazione»).
 
La scelta di Trotter (sempre stando alle parole del presidente) è avvenuta per la sua «comprovata esperienza ultra ventennale nel Parco di Paneveggio» e pure per la garanzia della «capacità di dialogare con la Provincia». E su quest’ultimo tema l’ex direttore (e dirigente provinciale) Claudio Ferrari ha fatto subito sponda, sponsorizzando con entusiasmo la nomina di Trotter. 
 
Non altrettanto entusiasmo hanno espresso gli ambientalisti Adriano Pellegrini e Franco Tessadri, che hanno abbandonato la sala indignati per due motivi: primo, la proposta del presidente di votazione palese anziché a scrutinio segreto; secondo, la preparazione di Trotter. Il nuovo direttore ha una formazione amministrativa e giuridica, mentre l’unico della terna in possesso di una formazione forestale e naturalistica (ciò che per i due contestatori si addice ad un Parco, non a caso i predecessori di Trotter erano forestali) era Alessandro Brugnoli.
 
E ora? Una delle partite che il neo direttore dovrà affrontare riguarda il rapporto con gli impianti di sci di Madonna di Campiglio. E’ un tema di estrema delicatezza, sul quale a partire dal 2013 si consumarono strappi fra l’Ente Parco e la Comunità di Valle, che in seguito avrebbero portato l’allora governance del Parco (presidente Antonio Caola e direttore Roberto Zoanetti) a pagare caro, perdendo entrambi il posto. La Società Funivie di Campiglio, per cercare di allargare l’offerta, punta infatti su alcune aree (Serodoli, Vagliana-Mondifrà Malga Darè-Monte Vigo) inserite nel territorio del Parco e protette dal Piano di Parco per il loro interesse naturalistico. L’attenzione della Società Funivie non è cessata, e lo si è detto nell’ultima assemblea.
Il Parco è certamente più "morbido"e agli ambientalisti non sfugge che quando Trotter era presidente del Comprensorio del Primiero sostenne il collegamento San Martino di Castrozza - Passo Rolle attraverso l’area tutelata di Colbricon, progetto sfumato. «Se tanto mi dà tanto», commentano gli ambientalisti in vena di attenzione preventiva….
 

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