Il Comitato SalvArnò in lotta contro il mini-idroelettrico

È emergenza. E che si fa di fronte alle emergenze? Mobilitazione! Così scandiscono i componenti di SalvArnò, l’associazione che da poco più di due anni si batte contro lo sfruttamento idroelettrico di questo corso d’acqua che scende dalla val di Breguzzo per gettarsi (una volta giunto nella Busa di Tione) nella Sarca. Sfruttamento peraltro già subìto, vista la presenza della storica centrale in val di Breguzzo.
Chiamata alla mobilitazione sotto lo slogan «V.I.A.: vattene via». Se il secondo via è chiaro, il primo sta per valutazione di impatto ambientale. Sul banco degli imputati ci sono quelli che SalvArnò chiama «gli appetiti di Measure srl di Pinzolo».
Per difendere l’acqua «bene comune», all’inizio del 2016 i SalvArnò si sono associati al rinato Comitato permanente per la salvaguardia delle acque del Trentino, alleanza fra i Comitati che si battono contro la corsa (definita folle) verso il mini idroelettrico. 
«Le acque torrentizie dell’arco alpino – dichiarano oggi i SalvArnò - sono gravemente minacciate. Il mini idroelettrico porta danni ambientali, sociali ed economici». In questa logica si è inserita la battaglia contro la riduzione del deflusso minimo vitale, con alcune Comunità di Valle che hanno rinunciato ad una parte dei canoni (indennizzi per l’uso delle acque a scopi idroelettrici) pur di salvare i propri corsi d’acqua: Sarca e Chiese nelle Giudicarie.
Protesta, ma anche promozione culturale da parte di SalvArnò: vedi il progetto Maniflù con «L’Arnò e le sue sfumature» e «L’Arnò, un patrimonio da salvare», nonché il concorso artistico per ragazzi «Pitturarnò».
«Negli ultimi anni sui nostri fiumi sono sorte attività economiche e progetti turistici - spiegano i SalvArnò - che mettono al proprio centro lo scorrere libero delle acque  (canoa sul Noce e  pesca sportiva su altri torrenti). Tuttavia le politiche locali non vanno sempre in questa direzione».
E SalvArnò denuncia i «silenzi imbarazzanti dell’Amministrazione comunale di Sella Giudicarie (silenzi per la verità soprattutto del primo periodo, perché ora il Comune del sindaco Franco Bazzoli si è posto accanto ai difensori dell’Arnò, ndr), nonché la perseveranza del privato proponente».
Giunti a questo punto, i protezionisti del torrente sperano «che questo sia l’ultimo capitolo della vicenda». Entro il 17 settembre dovranno pervenire all’ufficio competente della Provincia (uff.valamb@pec.provincia.tn.it) le osservazioni scritte che, anche fornendo nuovi ulteriori elementi conoscitivi e valutativi, promuovano i prevalenti interessi pubblici alternativi a quello dello sfruttamento idroelettrico ed evidenzino gli elementi di incompatibilità ambientale. È di fondamentale importanza che in questi pochi giorni si metta in campo una mobilitazione generale, dicono gli ambientalisti. «Questa, infatti, sarà l’unica occasione prevista dalla legge  - spiega SalvArnò -  in cui enti pubblici, privati cittadini e associazioni potranno depositare osservazioni ed argomentazioni che verranno prese in considerazione all’interno dell’imminente valutazione di impatto ambientale».
Per interagire con il Comitato: comitato.salvarno@gmail.com.

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