Agri 90, balzo del fatturato: una società in salute

di Giuliano Beltrami

Partecipazione quasi plebiscitaria e certamente inusuale all’assemblea di Agri 90 tenutasi venerdì a Storo: 80 soci più 12 deleghe su un totale di 108. Solitamente un’altissima partecipazione si ha quando ci sono grane; invece stavolta i soci sono intervenuti per applaudire una Cooperativa in salute. E secondo il vecchio detto sportivo «squadra che vince non si cambia», i tre consiglieri in scadenza sono stati confermati. Sono i soci «storici» della Cooperativa: il presidente Vigilio Giovanelli (votato pressoché all’unanimità) e i consiglieri Pietro Giovanelli (a lungo caposindaco) e Massimo Marini.
 
A spiegare che la Cooperativa (che ha superato l’anno scorso la boa del quarto di secolo) è in salute sono i numeri. Il fatturato balza da 3 milioni e 56.000 a oltre 3,5 milioni. In aumento anche la produzione del granoturco (il re della Cooperativa), da 12.150 a 12.550 quintali. Le fragole sono cresciute da 1.700 a 2.150 quintali. In aumento, sia pure rimanendo sui soliti numeri di nicchia, anche le altre produzioni. Lampone: da 25 a 34 quintali; more: da 47 a 58 quintali; mirtilli: da 26 a 31 quintali.
 
Quella che Giovanelli nella sua relazione ha definito una «eccezione dolorosa» riguarda i marroni, ridotti quest’anno ad una quantità irrilevante per i parassiti. Giù anche la produzione di patate, introdotta grazie alla collaborazione con la Co.P.A.G. (la Cooperativa delle Giudicarie Esteriori) nella logica della rotazione del granoturco, aggredito da anni da un altro insetto, la diabrotica. Patate del Chiese però quasi dimezzate, passando da 13.000 a 7.900 quintali.
 
In compenso l’anno scorso è stato introdotto il frumento, come ha illustrato con dovizia di particolari Pietro Giovanelli, che oltre ad essere consigliere è pure tecnico della Fondazione Mach: farina bianca ad affiancarsi alla monocoltura della farina gialla. Per ora siamo a poche centinaia di quintali (per la verità esattamente come quando si iniziò 26 anni fa con il granoturco). Il prodotto deve farsi conoscere: infatti sono in corso contatti con i panificatori trentini. «Un dato è certo», assicurano i responsabili di Agri 90, «la farina è di alta qualità».
 
Chi non ha fatto fatica a farsi conoscere è il prodotto innovativo della Cooperativa: le gallette. «In sei mesi ne abbiamo vendute 18.500 confezioni; nei primi due mesi del 2017, a testimoniare un gradimento in costante aumento, la quantità venduta supera le 8.500 confezioni», ha scandito Vigilio Giovanelli, che ha fornito un altro dato sul prodotto finito da affiancare alla materia prima: «Polenta cotta: venduti 90 quintali l’anno scorso».
Domanda: si possono produrre in casa le gallette? Sì. Per questo nel piano di investimenti 2017 (420.000 euro) rientra proprio la linea per produrre le gallette, che oggi vengono fatte con il granoturco di Storo, ma a Bergamo. Rientrano pure sistemi di controllo della quantità di granoturco nei silos e la copertura dei silos stessi.
 
Quanto all’utile, è crollato da 171.000 a 38.000 euro. «Ma il dato non tragga in inganno», ha avvertito il presidente, che ha fatto notare l’abbattimento dei debiti bancari di oltre 150.000 euro grazie alla felice situazione della Cooperativa.

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