La «rivoluzione» del turismo

di Jessica Pellegrino

«C’era una volta la neve...».
Si è aperto con questo «allarmante» titolo, ieri pomeriggio, il confronto tra esperti e operatori economici sul futuro del turismo in Val Rendena.

Una giornata di studio, promossa dalle Casse Rurali di Pinzolo e Adamello Brenta e moderato da Francesca Maffei, nella Perla delle Dolomiti di Brenta «per suscitare curiosità - come ha sottolineato il presidente della Cassa Rurale Pinzolo, Roberto Simoni - anche partendo dall’elemento neve, che ci caratterizza per 4 mesi all’anno».

Una proposta, ha ribadito la presidente della Cassa Rurale Adamello Brenta, Monia Bonenti «con la quale vogliamo dare uno spunto per immaginare lo sviluppo del nostro territorio e valorizzare l’aspetto "sensoriale" che i nostri luoghi possono regalare a livello di emozioni».
A confermare l’interesse, e forse la curiosità, per la tematica è stata sicuramente la presenza di un folto pubblico composto da operatori del settore, amministratori e non solo.

L’onere e l’onore di snocciolare i dati relativi alle presenze in valle è andato a Matteo Bonapace, per l’Apt di Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena e Fabio Grazioli di Scouting Spa. Entrambi hanno potuto confermare un trend di leggera crescita sia per quanto riguarda le presenze alberghiere (+3% in gennaio e +0,3% in febbraio) che per i ricavi (+ 4,7% nel 2015). Tradotto: presenze e fatturati in crescita, anche con una stagione povera di neve.

L’onere e l’onore di affrontare l’argomento principe della giornata è andato invece alla professoressa Maria Della Lucia, docente dell’Università di Trento, e a Maurizio Rossini, direttore di Trentino Marketing Spa.
«I numeri - ha sottolineato Della Lucia, riportando i dati dell’Indagine Ispat 2014 - sono fondamentali e ci consentono di avere una rappresentazione di quanto è successo, quindi ci permettono di comprendere e catturare anche dei cambiamenti importanti».

Tra questi uno in particolare non è passato inosservato: «il segnale che ci arriva per quanto riguarda l’impatto economico è che il 60% di chi frequenta le stazioni sciistiche lo fa per sciare, ma il 40% no». Una frase che ha anche «indispettito» alcuni dei presenti. Ecco dunque l’importanza, per la professoressa, di orientarsi su aspetti che vadano oltre il modello «total-ski» tradizionale: «i turisti - ha aggiunto - chiedono "value for money", quindi valori e servizi che vanno oltre il solo pernottamento». ello stesso avviso anche Rossini: «oggi, nel bene e nel male, godiamo di quello che è stato fatto negli anni precedenti.
Non dobbiamo però pensare che i risultati positivi possano essere visti come scontati. Al contrario, ci devono far capire che ora dobbiamo investire e impegnarci per il futuro».
Un passaggio il suo, legato al marketing: «Dobbiamo presidiare i mezzi di promozione per quanto riguarda i settori dove siamo già forti, come l’Italia - ha spiegato - ma anche puntare sulle nuove forme di commercializzazione per l’estero». Un riferimento diretto ai social: «uno spazio - ha sottolineato Rossini - che, in termini di investimento, è fondamentale perché permette di presentarsi ad un pubblico di nicchia e di agganciare nuovi turisti».

Il tutto però in un’ottica diversa: «dobbiamo pensare oggi al turismo in Rendena fra 20 anni. Un turismo che sarà diverso, ma per cui dobbiamo prendere decisioni ora». Non solo commercializzazione però: «dovremo individuare nuove professionalità e, partendo dagli operatori, proporre al turista un approccio diverso».

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