«Old Style Pop Rock» da urlo Amarcord in concerto

Il successo sta in due numeri, ma sta anche (confermata dagli applausi e dai commenti finali) nelle emozioni, che non trovano contabilità. «Old Style Pop Rock», la manifestazione che sabato sera ha visto alternarsi sul palco sette gruppi musicali del rock e del pop, appunto, ha raccolto in platea più di 400 spettatori, che a suon di offerte libere hanno portato nelle casse qualcosa come 3.000 euro.

Che non faranno il piacere fisico degli organizzatori (l’Associazione «Mani Unite Onlus»), ma quello morale sì. Infatti la manifestazione è stata organizzata per raccogliere fondi in favore della Scuola musicale di Camerino, che ha 160 allievi e che il terremoto ha reso inagibile.
Come ha spiegato il direttore Vincenzo Correnti, chiamato al telefono durante lo spettacolo, «oggi siamo nella zona rossa e la scuola è dichiarata inagibile. Per rialzarsi serve un grande progetto. Abbiamo intenzione di costruire una nuova scuola di musica: un progetto per un’area di 400 metri quadrati che sorgerà in un terreno comunale. Per costruirla abbiamo bisogno di aiuto e per questo è partita la raccolta fondi. Vi ringraziamo per la vostra solidarietà».

Altri numeri hanno reso viva la serata, scandita da un ritmo agile. Sette fra gruppi e singoli artisti hanno riempito tre ore secche di musica, aperte da una ripresa commovente di Basilio Beltrami (uno degli artisti sempre presenti negli anni Ottanta, quando queste manifestazioni, sotto il titolo di «Le Giudicarie cantano» si sono ripetute) impegnato ad eseguire al pianoforte «E non mi viene da ridere», un suo brano, cantato in un programma Rai oltre 25 anni fa, qualche tempo prima di morire.

A fare da filo conduttore la presentazione di Giuliano Beltrami e Severino Papaleoni, che hanno impresso un ritmo incalzante alla serata, aperta dai Darzanti Folk Rock (brani di Giampiero Marini, fra cui una personalissima versione di «Creuza de ma» in dialetto di Darzo, e Basilio Beltrami).

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A seguire i Nardis, la riedizione di un gruppo fondato da Rolando Viviani esattamente mezzo secolo fa per suonare i brani degli Shadows, eseguiti anche sabato con il suono perfetto della chitarra realizzata dallo stesso Viviani. Quindi Roberto Zoanetti e Vincenzo Zubani (Battisti, Bennato, De Andrè, con coinvolgimento del pubblico in «C’era un ragazzo che come me...»).

Sono arrivati poi gli R.S.A. (Rock and Soul Animals), altro gruppo che segna l’intreccio fra appassionati musicisti ed il mescolamento fra gruppi. In questo caso le radici affondano nel terreno fertile degli anni ’70, quando Alberto Merler, insieme a Sisto Cazzolli, fondarono «The black devils». Poi Sisto avrebbe dirottato sui Virus, che sabato hanno concluso la serata con i brani dei Creedence Clearwater Revival, dei Beatles, degli Animals e dei Deep Purple. Beatles (insieme a Stones e Van Morrison) per R.S.A..

Prima di Todas Dias (gruppo nato fra i dipendenti musicofili della Comunità di Valle rimpolpati da Carlo Patton e Maria Angela Romanelli, la stessa ha eseguito Neil Young in ricordo di coloro che si sono persi per strada. Perché «la generazioni anni ’60 e ’70 era fatta di ribelli sul piano politico e musicale, ma anche di ragazzi che hanno sofferto crisi esistenziali e che si sono spenti».

Todas Dias, ovvero cantautori: Dalla, Bennato, Daniele, De Andrè e Fossati. E a seguire un cantautore in carne ed ossa: Alberto Beltrami, giudicariese che cominciò con Goran Kuzminac e Vincenzo Zubani nel 1968. A proposito, non poteva mancare una telefonata a Goran, che ha promesso di partecipare alla prossima edizione. Alberto si è sbizzarrito con Lucio Battisti, prima di affrontare i suoi pezzi.

Infine, come detto, i Virus, guidati dalla voce corrosiva di Marco Parolari e gratificati (come tutto lo spettacolo) da un mare di applausi, con un invito ripetuto: «Rifatelo!».

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